Recensione “La bambina senza la stella” di Alina e Jacques Peretti

 

Il racconto autentico dei giorni nel campo di concentramento attraverso gli occhi di una sopravvissuta

Sono molte le testimonianze che ci sono arrivate, nel corso degli anni, sull’orrore di Auschwitz.

Alina Peretti, ormai novantenne, è una sopravvissuta, ma i suoi ricordi si stanno affievolendo. Quando la donna comincia gradualmente a perdere la memoria, suo figlio Jacques, giornalista investigativo, capisce che è arrivato il momento di raccontare la storia che, più di tutte, lo tocca da vicino: quella della sua famiglia, deportata prima in Siberia e poi ad Auschwitz.

Alina racconta e Jacques scrive, così che l’orrore non venga dimenticato. Insieme si fanno testimoni della prigionia in uno dei campi di sterminio più letali di sempre. Ripercorrendo il passato della madre, Jacques scopre segreti a lungo nascosti sulla sua famiglia.

Alina Peretti viveva vicino a Varsavia e, durante gli anni in cui Hitler e Stalin si spartivano la Polonia, i suoi genitori erano considerati pericolosi sia dal regime nazista sia dai bolscevichi a causa della loro storia familiare. Il destino della tredicenne era ormai segnato, eppure Alina è riuscita a sopravvivere.

In questo libro, frutto di un’emozionante faccia a faccia tra l’autore e la propria madre, viene raccontato uno dei periodi più drammatici della storia contemporanea. In una corsa contro il tempo perché i ricordi di Alina non siano perduti per sempre, La bambina senza la stella è un racconto monumentale della storia del Novecento.

 

I ricordi di una sopravvissuta raccontati dalla mano esperta di un giornalista investigativo, suo figlio.

“È mio figlio a raccontare la mia storia. Ho sempre desiderato farlo io stessa, ma non ci sono mai riuscita.”

Alina racconterà la sua sopravvivenza e resistenza ad Auschwitz, un racconto tra madre e figlio, ricordi vividi di anni di agonia e fame.

“Mia madre ha vissuto più di 75 anni dopo la liberazione di Auschwitz. Il periodo tra gli otto e tredici anni, tuttavia, sballottata attraverso l’Europa sconvolta dalla guerra, oscurò tutto ciò che le accadde in seguito, nel bene  e nel male.”

La storia che ancora non si riesce a fermare, una storia che ancora, nonostante tutto, si ripete, campi di concentramento, annientare una razza, sacrifici, fame, distruzione e bombe, guerre, nonostante il trascorso si continua con le guerre.

Alina e gli altri pochi sopravvissuti, mettono su carta i loro trascorsi, i loro ricordi per non farci dimenticare, per non ripetere, eppure, incoscienti, maligni e cattivi come solo la razza umana può essere, si continua con schieramenti e bombardamenti.

Sacrifici inutili, pagine ingiallite di libri letti e forse non capiti.

È un altro libro su quella storia che è passata, mai dimenticata.

 

 

firma Claudia

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