Recensione “La bambina di Auschwitz” di Tova Friedman

 

La storia vera di Tova, una tra i pochissimi ebrei a essere uscita viva da una camera a gas Tova Friedman è una delle più giovani sopravvissute ad Auschwitz. A soli quattro anni scampò alle esecuzioni di massa nel ghetto della città polacca in cui viveva insieme alla sua famiglia. A sei anni fu fatta salire su uno dei treni diretti verso l’inferno in terra e deportata nel campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. Nonostante la giovane età, in quel luogo fu testimone di terribili atrocità e si trovò, come pochissimi altri hanno avuto la possibilità di testimoniare, dentro una camera a gas. In questo libro Tova Friedman racconta finalmente la sua storia.

 

“Sono nata con il nome di Tola Grossman a Gdynia, in Polonia, un anno prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale.”

La storia vera di Tova, una bambina che, a soli quattro anni, entrò nel campo di concentramento più cruento e atroce al mondo: Auschwitz.

“Avevo due anni e tre mesi quando io e miei genitori entrammo nel ghetto di Tomaszow Mazowieck. Non avevamo altra scelta. Ogni resistenza era inutile.”

Un excursus della guerra dal ghetto polacco fino alla liberazione del campo da parte dei sovietici.

“Non sapevo cosa volesse dire giocare. Nella mia vita non c’era che la sopravvivenza.”

Passeremo per le camere a gas, per le latrine infestate da ratti, la famosa scodella per i pasti, i letti a castello intrisi di cimici, occhi che non riuscivano più a lacrimare, corpi stanchi e spossati, menti annientate, giochi inesistenti, speranze sopite, sonni senza sogni, una vita surreale, vissuta sul filo del rasoio, dove vivere significava ancora subire e morire… morire era libertà.

Tova riuscirà a uscire indenne dalla camera a gas, un miracolo in quel campo dove anche Dio rimaneva in silenzio.

Riuscirà a resistere alla parte più letale dell’amore complesso di Auschwitz: Birkenau?

 

 

 

firma Claudia

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