Recensione “Io e te = amore” di Jessica Sorensen (Stelle cadenti series vol.3)

trama

Oggi è il primo giorno della nuova vita di Quinton Carter. Il suo passato lo ha devastato, ma Nova Reed lo ha aiutato a rimettersi in piedi. Quinton ha ricominciato a vedere il mondo attraverso gli occhi di lei, così chiari e limpidi. Nova è l’unico motivo per cui il suo cuore batte ancora dietro la terribile cicatrice che ha sul petto. Gli piacerebbe averla tra le braccia ogni minuto della giornata… ma non è ancora pronto. Nova, nel frattempo, suona la batteria in una band e passa il tempo con i suoi migliori amici, ma la verità è che le manca qualcosa. O forse qualcuno. Con Quinton parla al telefono ogni notte. Vorrebbe toccarlo, baciarlo, anche se lei per prima sa di avere bisogno di altro tempo per guarire. Una notizia improvvisa e scioccante, arrivata come un fulmine a ciel sereno, però, le fa capire di aver bisogno di Quinton come lui una volta ha avuto bisogno di lei. Quinton sarà in grado di rompere per sempre con il passato e aprirsi al cuore di Nova?

recensione

Quinton e Nova sono tornati, lui ancora a pezzi ma con la possibilità davanti a sé di riprendere in mano le redini della sua esistenza, lei piena di speranza. “Io e te = amore” è il terzo volume della serie Stelle Cadenti di Jessica Sorensen, una serie che fino ad ora è riuscita a travolgermi e stravolgermi. Titolo originale “Nova and Quinton: no regrets”. Protagonisti, ancora una volta, Nova Reed e Quinton Carter, i due giovani ventenni che in pochi anni di vita hanno già toccato esperienze che in molti non raggiungono nemmeno arrivando tutti interi alla vecchiaia.
La serie è stata pubblicata in Italia da Newton Compton, i primi due volumi, “L’amore verrà” e “C’è chi dice amore” (sui titoli scelti avrei qualcosa da ridire, ma passo oltre perché, anche se a mio parere non sono azzeccati, nulla hanno tolto davvero alla bellezza di queste opere) ci hanno fatto conoscere il passato tormentato sia di Nova sia di Quinton, i loro dolori, le loro cicatrici, esterne e interne, i loro sbagli, e anche il loro amore. Un amore non cercato, nato all’improvviso quando né Nova né Quinton pensavano di poter ancora provare quel tipo di sentimento, non accettato da nessuno dei due, soprattutto all’inizio, ma inevitabile, perché per entrambi è poi risultato essere l’unico vero salvagente a cui aggrapparsi per provare a vivere sul serio. Tutto era cominciato nel modo più tragico. Nova aveva perso il fidanzato perché si era suicidato, Quinton aveva perso la fidanzata a causa di un incidente d’auto in cui lui era alla guida. Due eventi traumatici, ancor di più se vissuti a diciotto anni, e la reazione di entrambi era stata quella sbagliata: sensi di colpa che parevano impossibili da scacciare, dolore accecante e debolezza di fronte alla morte avevano fatto sì che entrambi finissero per annientarsi nel tunnel della droga. Nova per qualche mese, “limitandosi” a fumare sostanze proibite, Quinton molto più a lungo, arrivando addirittura a bucarsi. La droga come via di fuga, la droga come ricerca di annientamento della parte umana e sensibile, la droga come unica vera nemica travestita da anestetico per le emozioni, un demone pronto a trascinarti con sé senza rimorsi. Nei libri precedenti si conoscono, si studiano con diffidenza, poi si sostengono, arrivano quasi ad amarsi sul serio ma alla fine Quinton allontana Nova, sa che lei è diversa. Lei può farcela, lui no. Lei è buona, lui no. Lei può ancora scegliere la vita, lui no. Non sembra esserci nulla in grado di far cambiare a Quinton l’idea che ormai ha di se stesso. Lui ha ucciso, lui non merita di vivere, non merita la felicità, e men che meno merita l’amore. Ma Nova non molla, non lo lascia precipitare senza aver provato, e provato, e provato ancora e ancora, a riportarlo indietro, verso la luce, verso il suo cuore che batte. Alla fine del secondo romanzo Quinton veniva “salvato” proprio da Nova, insieme a lei c’era anche il padre di Quinton che lo riportava a Seattle facendolo entrare in clinica per ripulire il corpo dallo schifo che si era sparato nelle vene. Si era concluso così “C’è chi dice amore”, con Nova e Quinton ancora una volta separati, lui in un centro per disintossicarsi, lei lontana, a casa, a chilometri e chilometri da lui, ma contenta di avergli dato l’occasione di una seconda possibilità.
“Io e te = amore” comincia due mesi dopo questi eventi, il primo giorno di Quinton “nel mondo reale”, disintossicato e fragile, negli occhi e nel cuore il terrore di non essere abbastanza forte e poter cadere di nuovo negli errori del passato. Accanto a lui suo padre (un padre con cui in precedenza non ha mai avuto un vero rapporto), uno psicologo che lo tormenta di domande per fargli uscire il dolore che tiene chiuso nel petto, e un ex tossico che lo aiuta ad affrontare la sua seconda vita, quella che viene dopo aver provato l’eroina e averla abbandonata. Nova, la “sua” Nova, la ragazza che non ha mai smesso di credere in lui, invece è lontana, e anche se Quinton vorrebbe rivederla, non si sente ancora pronto, ha paura di qualsiasi sbalzo emotivo che potrebbe farlo ricadere nel bisogno di immettere sostanze tossiche nel corpo pur di non affrontare il peso della realtà che lo circonda.

QUINTON
Scrivo finché non mi fanno male le mani. Fino a stordirmi. È l’unico sfogo che mi resta. Il mio tentativo di rimpiazzare la droga che ho assunto per anni. Ma la maggior parte delle volte non riesco che in minima parte a riempire il vuoto che ho dentro da quando ho smesso di uccidermi lentamente, iniettando nel corpo quel veleno. Alle volte, però, scrivendo mi sembra, anche solo per un attimo, di riuscire a creare dentro di me un po’ di silenzio, e allora affrontare il prossimo respiro, il prossimo passo, il prossimo battito del cuore diventa un poco più sopportabile. Solo un poco. E così scrivo, solo per cercare quei pochi e rari momenti di pace.

NOVA
Quinton, che vorrei fosse qui con me. Quinton, che è così lontano, ma vorrei fosse vicino. Vorrei toccarlo. Sapere se sta bene. Vorrei essere con lui più di quanto dovrei, e di quanto sarò mai, forse. Più avanza la notte e più i miei pensieri divagano verso di lui. Cosa starà facendo? Pensando? Come sono stati per lui gli ultimi due mesi? Vorrei parlargli, ma ho paura di tutte le cose non dette che so si metterebbero tra noi. Spero solo che riusciremo a dircele, altrimenti rimarrebbe tutto uguale al passato, quando lui non riusciva a parlarmi.

Tra Nova e Quinton comincia così, dopo i primi tentennamenti iniziali, una specie di “rapporto a distanza” fatto di sms e lunghe telefonate notturne, tutto sempre raccontato attraverso gli occhi di entrambi i protagonisti, a capitoli alternati.

NOVA
«Be’, se vuoi posso stordirti di chiacchiere».
Ride. «Ti prego, fallo».
Quant’è bella la sua risata. Sorrido. «Di cosa vuoi che ti parli?»
«Di te».
«E cosa vuoi che ti dica di me?»
«Tutto… Voglio sapere tutto di te, Nova come la macchina». Usa il soprannome che mi ha affibbiato praticamente dal primo giorno che mi ha incontrato, e la sua voce è venata di umorismo. Il sorriso mi invade la faccia. Non tanto per quello che ha detto, ma perché penso sia la prima volta in assoluto che io e Quinton parliamo senza droga o ansia a riempire i vuoti della conversazione. E allora faccio l’unica cosa che posso fare. Inizio a parlare. In realtà, continuo a parlare fino alle prime ore del nuovo giorno. E per un attimo tutto sembra perfetto, ma non riesco a credere che durerà, perché la perfezione sembra non durare mai. Finisce sempre per accadere qualcosa. Finisce sempre per accadere la vita.

Vanno avanti, ognuno con la propria routine quotidiana. Per Nova si tratta di una vita che si è costruita dopo aver abbandonato la cattiva strada su cui si era avventurata, oltre un anno prima, mentre per Quinton è una nuova partenza, una lavagna pulita su cui deve ricominciare a tracciare il suo destino, questa volta senza sbagliare.
La testa di Quinton però è un turbine di emozioni, ora che non è più annebbiata dalla droga, ora che “sente” tutto, ora che i suoi occhi vedono senza filtri. La noia fa paura, accettare il proprio dolore fa paura, lasciar andare i ricordi fa paura. Scegliere la vita al posto della morte fa paura più di qualsiasi altra cosa. Inoltre, le tentazioni sono sempre dietro l’angolo, fin troppo facili da afferrare. Ed è così difficile resistere alle tentazioni, soprattutto quando quello, o per meglio dire “chi” veramente vorresti si trova così lontano, tanto da sembrare irreale, irraggiungibile…

QUINTON
«Vuoi sapere cosa penso di te?»
«Sì, per favore».
Prendo fiato. «Che sei la persona più incredibile che abbia mai incontrato». La voce mi si incrina, e tossisco per nasconderlo. «Che sei carina, dolce, perfetta, troppo per stare con me». Appoggio le mani alzate contro il muro.
«Riesco ancora a ricordare la sensazione incredibile delle tue lunghe gambe avvinghiate intorno a me».
«Davvero?», chiede lei, e sono sicuro che quello che sto dicendo le piace, perciò continuo, anche se è strano.
«Assolutamente», le assicuro, con una traccia di nervosismo nella voce. «Anche se è da un anno che non ti tocco – non nel mondo in cui vorrei – riesco ancora a ricordare com’era meraviglioso far scorrere le mani lungo il tuo corpo… baciarti…». Serro gli occhi, mentre il cuore mi martella assordante nel petto. «Infilare le mie dita dentro di te». Mi appoggio alle piastrelle del muro per sorreggermi, perché mi sento come se stessi precipitando in un luogo sconosciuto, dove non sono mai stato, ma dove vorrei continuare a cadere senza curarmi di dove può andare a finire.
«Se fossi qui, è questo che mi faresti?», chiede lei timidamente.
«Sì», dico con una voce bassa e roca che sorprende anche me. «Dio, se tu fossi qui ti farei molto di più».
Cristo, mi sta uccidendo. «Come baciarti mentre… mi infilo dentro di te», dico, e lei comincia a respirare ansimando. Vorrei continuare, ma nello stesso tempo c’è una voce nella mia testa che mi dice che non dovrei farlo. Non così. Non al telefono. Non quando ho appena nascosto una bustina di crystal sotto al mio materasso.

Mentre lui tenta di fare chiarezza in se stesso, un passo dopo l’altro, una rinuncia dopo l’altra, cercando la forza di andare avanti e di non cadere un’altra volta, Nova aspetta. Aspetta che Quinton le dica le parole che le farebbero prendere quell’aereo, aspetta un “sì, ti voglio vedere adesso” che pare non arrivare mai.
Cercano di essere solo amici, poi però flirtano senza riuscire a trattenersi, hanno scambi di messaggi a volte intensi e pesanti, a volte divertenti, a volte sensuali.
Nova e Quinton forse non sono destinati a stare insieme, forse sono stati la spinta l’uno per l’altra verso la salvezza di due anime che sembravano perse. O forse no. Forse il loro amore sarà più forte di qualsiasi altra dipendenza, forse insieme riusciranno a scacciare i demoni, a ritrovare la strada giusta. A ritrovarsi, uno negli occhi dell’altra.
Per scoprirlo dovrete arrivare alle ultime pagine di questo toccante romanzo, pagine che comunque mettono (almeno per adesso) la parola fine alla storia di Nova Reed e Quinton Carter. La serie continua, spero anche in Italia, ma i protagonisti diventeranno altri personaggi che fino a questo momento hanno fatto da contorno a questa avventura struggente, personaggi finora minori, ma non per questo con una storia meno attraente da raccontare. Uno su tutti, Tristan, il cugino di Quinton, sconvolto anche lui da una vita ai margini, da scelte facili e sbagliate. In alcuni momenti ho provato una forte empatia per Tristan, altre volte lo avrei strozzato, perciò sono parecchio curiosa riguardo a quello che il destino tracciato dalla penna della Sorensen ha in serbo per lui.
“Io e te = amore” è di sicuro il più lento dei tre libri, il più introspettivo, ma sotto certi aspetti il più coinvolgente. Ho perso il conto delle volte in cui ho sospirato, in cui ho trattenuto il respiro, in cui mi sono fermata un attimo e ho dovuto chiudere gli occhi, prima di ricominciare a leggere. Quinton e Nova mi hanno regalato emozioni che difficilmente potrò dimenticare, mi sono immersa nel loro mondo, a volte tormentato e malato, a volte colmo di un desiderio e di sentimenti talmente forti da avvolgerti il cuore e bruciarti fino a farti dimenticare per un attimo anche di respirare. Con loro ho sofferto, ho amato, ho sperato… ho vissuto! Attraverso le loro parole sono riuscita a essere spettatrice reale e presente della loro vita, a “vedere” ogni dettaglio, a immergermi nelle loro menti, così a fondo che adesso mi pare di conoscerli davvero, e alla fine, citando il titolo originale, di sicuro “senza rimpianti”.

Sensualità:

cuori2

Recensione:

FirmaShi

Editing:

mandy

 

recensione

Quanta roba questo libro!
Da una parte c’è un ragazzo tormentato da un passato di droga e da un avvenimento tragico che lo rende fragile davanti al mondo e dall’altra una ragazza che ha dovuto fare i conti con la morte in ben due occasioni, ma insieme riescono ad affrontare al meglio ogni giorno che passa, ogni respiro che sembra far male per il senso di colpa, per la paura di essere un “sopravvissuto”. La responsabilità di tenere lontane dai guai le persone a cui tieni, anche se non sempre ci riesci, non sempre la vita è così facile come la viviamo tutti e questo libro ti porta in un mondo di sofferenza, un tunnel buio dove sembra che la luce non fa capolino finché non trovi l’appiglio giusto, la persona giusta che sblocca il tuo sopravvivere a questo mondo di merda, e allora riesci anche a vedere la luce in fondo al tunnel.
È proprio questo che Nova rappresenta per Quinton, e le loro conversazioni li porteranno ad aprire la porta di un passato mai dimenticato e li troveremo ad affrontare insieme situazioni dolorose ma un riscatto che non vi sareste mai immaginati leggendo le prime pagine.
Un libro da 7 stelle che vi coinvolge e che non smetterete di leggere, perché tutti nella vita abbiamo avuto un periodo buio e la speranza di poter vedere finalmente la luce, l’amore alla fine è la cosa che salverà il mondo… ve lo assicuro!

Sensualità:

cuori2

Recensione:

FirmaMariaAngela

Editing:

pandora

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