Recensione “Innamorarsi a Bombay” di jenny Ashcroft

 

 

 

Bombay, 1913. Madeline Bright ha ventidue anni e sta lasciando l’Inghilterra per raggiungere l’India coloniale, piuttosto riluttante all’idea di fare ritorno nella casa di due genitori che a malapena conosce. Madeline non può immaginare la vita che la attende a Bombay. La città, infatti, è ricca di tesori che aspettano solo di essere scoperti, ma Maddy non ha il permesso di uscire di casa. Fino al giorno in cui un ammiratore sconosciuto le fa recapitare un misterioso pacchetto… Inghilterra, 1915. Un soldato ferito al fronte viene portato in un ospedale militare in stato confusionale. Non ricorda nulla: né come sia arrivato lì né cosa gli sia successo. Eppure quando dorme sogna una vita piena di calore, luce e colori. Nei sogni appare anche una ragazza con un vestito di seta, che lo esorta a ricordare qualcosa che appartiene al suo passato…

Mi ha sempre affascinato l’Idia, i suoi colori, la sua cultura così diversa dalla nostra da far per certi versi anche paura. Qui non si parla di colori però, ma di guerra, la prima guerra mondiale.

Dolce, tenero e malinconico, il romanzo si presenta in varie vesti dalla tenerezza dell’innamoramento, la consapevolezza del rimanere insieme per sempre, all’atrocità della guerra, lo sconforto della perdita, la rabbia e la rassegnazione, la mancanza di ricordi, di volti amici e familiari.

Un romanzo che amplia sul sentimento dell’amore e sulla vita. L’ho amato, apprezzato, innamorata di tutti i protagonisti che hanno speso parole, azioni e altro in questo romanzo toccante.

Due epoche che si accavallano, come anche i ricordi del protagonista, che attraverso una sorta di diario delle memorie ci porta a rivivere questo amore fuori dal tempo.

Ho avuto il cuore in gola fino alla fine, ero messa lì a dire “non è possibile, fa che non sia vero”, questo è stata la grande maestria dell’autrice a tenermi incollata alle pagine e sperare per il tanto agognato lieto fine.

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