Recensione “Inferno” di Evelyn Storm

 

 

 

NON CʼÈ SALVEZZA, NON CʼÈ RITORNO. CʼÈ DOLORE, QUELLO VERO, QUELLO COSÌ POTENTE DA PIEGARTI E SOTTOMETTERTI. QUELLO CHE TI CONDUCE ALLʼINFERNO, SENZA POSSIBILITÀ DI REDENZIONE.

Mia è solo una bambina quando incontra Erik, trasferitosi in Italia dalla Danimarca a causa del lavoro del padre. I due si ritrovano così a vivere una profonda amicizia, fino a quando Erik, crescendo, diventa lʼossessione di ogni ragazza. Ma anche a Mia il cuore comincia a battere e, da quel momento, non ha più pace, dato che non può resistergli.

Lui la tormenta, potrebbe farle fare qualsiasi cosa. E lei lo asseconda, perché follemente innamorata, malgrado la maturità imminente che dovrebbe concentrare tutti i suoi sforzi. Intanto il suo profondo desiderio per il ragazzo trova appagamento, ma per “lʼamico” è solo sesso.

Mia ce la mette tutta per allontanarlo, ma la sua pena non si placa, anzi, perché ormai le ha fatto perdere la testa e le ha rapito il cuore.

Erik è la sua disperazione, quella che letteralmente la consuma e la perseguita. Erik è lʼinferno.


Il primo amore, la prima cotta, il ragazzo della porta accanto, il migliore amico.

Mi è sembrato di rivivere gli episodi di Dawson’s Creek, Joey e Dawson, qui Mia ed Erik, sassi tirati alla finestra, feste del liceo, fingersi fidanzati per allontanare le ragazze.

Ma se da una parte non esiste la finzione? Se da una parte il cuore batte all’impazzata per quell’amico che viene a bussare alla finestra?

“Condannata alla dannazione per colpa sua, per quel ragazzo che mi porto dentro da sempre… ma per lui resto un avanzo di amica e basta. Per me resta il mio inferno personale. Lo desidero e lo amo. Lo detesto e lo odio. Un inferno, appunto”.

Vivremo questo alternarsi di emozioni contrastanti nella protagonista che, se da una parte regge il suo gioco, dall’altra rischia il suo cuore.

Allontanarsi sembra la scelta migliore, sei anni bastano a quietare le fiamme dell’inferno?

Un romanzo che nella sua brevità non rende e non descrive appieno l’inferno vissuto da Mia, si riesce a intravedere qualcosa ma non riesce a portare il lettore in quel cuore tormentato, bella storia, magari letta e riletta, ma lo stile semplice dell’autrice la rende scorrevole. Mi aspettavo più tormento, più “agonia dell’amore”, troppo frettoloso, troppi salti temporali, magari qualche pagina in più avrebbe portato più pathos.

Una bella lettura comunque, Mia mi è piaciuta, ho apprezzato il suo carattere e appoggiato le sue scelte. Erik è un’incognita, si vede un ragazzo frivolo e scostante all’inizio e un uomo cambiato in tutto alla fine.

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