Recensione in anteprima “Guardiara: Ancella Prigioniera (Stars and Sand Vol. 2)” di Laura Fiamenghi

 

Terrorizzata e tradita, Ashka si allontana da Zarek e cerca la fuga attraverso il deserto per mettere in salvo la Principessa Elara. Il Principe Zendar, però, farà di tutto per ritrovarla e riconquistare la sua fiducia.

Pericoli mortali, intrighi politici e oscuri segreti metteranno a dura prova il loro amore. Zarek e Ashka dovranno scoprire fino a che punto possono sopportare la malvagità del mondo che li circonda e che cosa sono disposti a fare per assicurarsi un futuro insieme.

Guardiara è il secondo romanzo della ‘Stars and Sand trilogy’ un romance fantasy post-apocalittico. Con questo volume la vicenda di Zarek e Ashka volge al termine, il prossimo “Resurra” sarà dedicato a una nuova coppia di protagonisti.

Avvertenze: contiene scene di violenza e sesso esplicito.

 

A un mese esatto dall’uscita di Zendar, ecco arrivare l’attesissimo seguito di questa dilogia.
L’inizio di Guardiara ci regala un breve recap per poi poterci rituffare fra le bollenti dune del deserto. Avevamo lasciato Ashka e la principessa Elara in procinto di fuggire dalla minaccia costituita dagli Zendar. L’ancella aveva casualmente ascoltato un frammento di conversazione nella quale si palesava il piano per l’omicidio della principessa.

Questi primi capitoli ci aprono brevemente una finestra su di un personaggio solo menzionato in precedenza: Zefiro, il promesso sposo della principessa Elara.

Lontanissimo anni luce da come potremmo immaginarci un principe che porta questo nome (dai, ditemi che non sono l’unica ad averlo visualizzato in calzamaglia azzurra e caschetto biondo alla Enzo Paolo Turchi), Zex è un motociclista tatuato e barbuto a capo di una banda, più che di un esercito, e l’autrice ci apre così un nuovo immaginario succulento della situazione maschietti, con un’altra carta vincente che verrà giocata in uno spin-off dedicato a lui ed Elara.

L’ancella e il principe degli Zendar condividono un sentimento profondo e un’attrazione palpabile, l’innocente donzella si fa plasmare dalle sapienti mani di Zarek, corpo e anima, dolcezza e premura:

“Se non posso averti io, voglio che l’uomo che si prenderà cura di te ti offra una vita serena”

Avevamo già compreso che quello fra Ashka e Zarek fosse un amore impossibile e le conseguenze drammatiche investiranno i protagonisti.

L’idea di una vita lontani da regole, imposizioni, classi, sembra un’utopia e, come tale, irrealizzabile.

“Io non riesco più a immaginare una vita senza di te, senza te che mi ami”

Il ritmo narrativo è incalzante, non ci sono tempi morti, doppio pov (tranne un capitolo dedicato ad Elara); il world Building è affascinante, le ambientazioni delle oasi Zendar accattivanti. Il senso di impotenza per l’avverso destino dei protagonisti ci fa stringere lo stomaco, la speranza di un lieto fine è così remota da lasciarci annientati. Pagina dopo pagina la situazione va peggiorando, come una frana di pietre che blocca ogni via d’uscita.

Intrighi a palazzo, sotterfugi, spie, verità nascoste; l’autrice (testuali sue parole) ci è andata giù pesante con le sciagure.

Questo episodio conclusivo si è vestito da tragedia, non una di quelle ambientate nel passato ma in un futuro distopico.

Due amanti che la società non concepisce possano stare insieme, rivalità tra fratelli per un regno, la follia di un imperatore, genitrici crudeli, un arrivista che vuole concludere un matrimonio solo per interesse, amanti gelose che non esitano ad infierire, esecuzioni, spargimenti di sangue… Gli elementi ci sono, il buio nell’animo anche.

Abituata a leggere questa autrice in generi avventurosi, ironici e pregni di magia, mi sono sentita spiazzata da trovarla in questa veste. Non me l’aspettavo, sorprendendomi mi ha tolto lo sgabello da sotto i piedi. Sono rimasta a penzolare metaforicamente dalla forca, cercando un senso: non può finire male, non è da lei ma… Ricordate com’era iniziato Zendar? Ecco, a quel punto la pelle mi si è accapponata e ho avuto timore di proseguire nella lettura per non leggere l’avverarsi delle mie più funeste elucubrazioni.

“L’ultima goccia d’acqua che conservo in corpo è la lacrima che mi corre sul viso per il nostro bambino”

Altro non vi dico, finisco qui la recensione a 70 pagine dalla fine, vi lascio con ogni mio dubbio, timore e speranza. Tutto può ancora succedere ma dovrete scoprirlo voi…

P.S.: Questa seconda parte mi è piaciuta in modo totale.

 

 

 

Anna

Loading

La nostra votazione
Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *