Recensione in anteprima “Bodhi. Cuore di ferro” di Azzurra Pasquali

In un futuro non troppo lontano, ciò che resta dell’umanità vive isolato all’interno del Bodhi: un’enorme residenza mobile costruita a imitazione del corpo umano.

Il mondo esterno è diventato troppo pericoloso e anche la vita all’interno del rifugio risulta sempre più difficile.

 

“Prima il Bodhi”.

Questo è il motto che viene insegnato ai coloni fin dalla tenera età.

Il governo impone che il singolo si sacrifichi sempre e comunque per il bene comune, non sono concesse libertà o seconde occasioni. Chi non fa la sua parte viene condannato a morte senza possibilità di difendersi.

Nonostante i piani alti cerchino di far funzionare tutto alla perfezione, delle strane esplosioni minano la stabilità delle strutture e l’intelligenza artificiale che gestisce il Bodhi stesso invia messaggi ambigui ai suoi abitanti.

Tra manutenzioni rischiose, persone da salvare e segreti sussurrati tra i corridoi, saranno l’ex meccanico Nick, la specialista Inara e la giovane Sinapsi Ary a sfidare i limiti imposti da un mondo spietato per garantire la sopravvivenza dell’umanità.

 

Primo avvincente volume di una dilogia, la Pasquali torna a farci vivere un’avventura distopica, circoscritta a un mega automa: Bodhi/Ellie è la casa degli ultimi umani rimasti sulla Terra, dopo che le Vespre hanno ucciso l’umanità.

Ellie non è solo una casa. Ellie è una conoscenza che ha delle necessità e solo chi la comanda può aiutare lei e la gente che vive al suo interno a sopravvivere.

A farci conoscere come va la vita al suo interno saranno i tre pov dei protagonisti principali: Ary, Inara e Nick.

Ciascuno con i propri segreti e grandi capacità, i tre ci daranno modo di vedere com’è la vita nei loro settori e non solo. Le loro strade si incroceranno per raccontarci nel dettaglio una storia umana, molto reale seppur distopica, in cui l’unione fa sempre la forza, ma in cui l’egoismo e la voglia di dominare sull’altro non cala mai.

Vediamo come quella che viene chiamata giustizia non lo è affatto: si lascia credere che il bene supremo debba essere il Bodhi, ma, in realtà, chi si trova ai piani alti decide per il resto, con un egoismo illecito e inspiegabile. Vediamo la rappresentazione di ciò che ci circonda ai giorni nostri, riflessa nella storia che ci accingiamo a leggere, dove il vecchio pensiero la fa da padrone sul nuovo, dove è proprio il “vecchio” a voler restare in cima alla piramide gerarchica continuando a far sì che il “giovane” non faccia altro che seguire le sue orme e il suo metodo. Così facendo, però, non si dà modo alle nuove leve di avere voce in capitolo e di far valere le proprie idee e necessità, in barba ai bisogni comuni, che potrebbero meglio venire rappresentati.

 

È stata una lettura intensa, ma veloce perché è così che la Pasquali si fa leggere. La sua scrittura è scorrevole ed estremamente affascinante per quanta fantasia e immaginazione possa scatenare la sua mente. Pur non essendo una grandissima fan dei distopici, ho imparato ad apprezzarli grazie a lei e al suo modo di raccontare.

 

Mi sono molto piaciuti i vari personaggi e la psicologia dietro a ognuno di loro. La caratterizzazione è sempre spettacolare. Spero di avere modo di approfondire certi atteggiamenti letti in questo romanzo, e conoscere meglio qualcuno di quelli che non abbiamo ancora avuto modo di apprezzare fino in fondo.

Per quanto penso sia impossibile non ammirare Inara, per la sua forza e il suo coraggio, non posso fare altro che scegliere Ary come mia preferita, una ragazzina con una determinazione estrema. Nick è un uomo buono, capace e un amico sincero con un cuore grande, come si fa a non volergli bene?

Ho apprezzato molto anche i diversi personaggi secondari, che hanno dato spessore al romanzo e lo hanno reso grande.

 

Ho adorato il riferimento Wild Hunt, mi ha fatto sorridere! Spero, anzi, di non essermi persa altro…

 

Attendo con trepidazione il seguito…

 

firma Claudia

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