Recensione “Il patto dei sette templari” di Guido Dieckmann

 

 

 

 

Francia, 1318. Prisca di Spira, una giovane guaritrice ebrea, è costretta a cercare rifugio nella tenuta di suo nonno in Aquitania. Suo padre era stato un membro dell’Ordine dei Templari, annientato dal Papa e dal re di Francia, nonché custode di un segreto in grado di sconvolgere le sorti del mondo. In quanto sua unica erede, Prisca conserva una reliquia dal valore inestimabile, precedentemente nascosta nella Casa dell’Ordine dei Templari di Tempelhof. Ormai è solo questione di tempo: ben presto la reliquia e la sua stessa vita saranno in grave pericolo, dal momento che potenti nemici sono disposti a tutto pur di impedire al disciolto ordine di ricostituirsi. Sette templari, infatti, si stanno adoperando per riunire le tre reliquie scomparse, che dovranno portare in Portogallo per poter ridare vita al vecchio Ordine. Ma sulle loro tracce ci sono due ospitalieri, vecchi nemici di un tempo, che hanno giurato di distruggerli…

I templari escono dalle polverose bibliotechine, dal silenzio quasi opprimente, per vagare liberi come un tempo tra il popolo che tanto amavano. Per troppo tempo rinchiusi tra i sogni bizzarri di studiosi e di appassionati, per troppo tempo dimenticati, reclusi nelle celle dorate del la teoria e del concetto, sicuramente meno inquietanti delle prigioni di Chinon, essi oggi ci mostrano il loro volto con fierezza e con il loro indomito coraggio. I templari sono oramai il simbolo di una storia che si rivela e si disvela ai nostri occhi incantati, raccontano di intrighi, di poteri corrotti, di processi per nulla equi e di tesori nascosti, riportati in vita dalla loro baldanza ribelle. Oggi i libri su questo strano, enigmatico ma sicuramente “rivoluzionario” ordine sono la maggioranza, alcuni seri, altri che stanno al confine con l’esoterismo, altri che usano la loro influenza semplicemente per protestare contro un certo bigottismo religioso. Del resto, la loro condanna fu imbastita sulla peggiore accusa che un ordine cristiano potesse avere: eresia, l’abominio peggiore di cui un ordine si potesse macchiare. Eppure in questo testo essi sono quasi redenti, la loro unica colpa era quella di non chinare la testa davanti a un re indebitato fino al collo, a un papa compiacente o forse sottomesso alla regia autorità e a un popolo che non ha mai avuto cuore o coraggio di difendere i loro beniamini. Perché considerati troppo distanti, troppo immersi in uno spazio tempo fatto di arcani segreti e di scoperte indicibili. Ecco il segreto dei templari che fuoriesce dalle pagine del libro e viene plasmato dalle abili mani di Dieckmann, che con la sua tecnica di scrittura accurata, dettagliata e passionale cerca di creare con il suo libro, un vero passaggio temporale, in grado di farci piombare in quei secoli buii e al tempo stesso luminosi. Il patto dei sette templari racconta a suo modo, un modo affascinante e coinvolgente, il loro segreto, il perno attorno a cui baldi uomini, con una visione più ampia del futuro, si raggrupparono cercando di sopravvivere all’avanzare del cinismo e della corruzione. E’ il loro tesoro a mantenerli vivi anche oggi, ai nostri incantati occhi. E che segreto custodiranno mai con tanta forza, tanto da opporsi con tenacia al loro disfacimento? I templari sopravvivono, con le mani chiuse attorno al loro più mirabile mistero, cosa esso sia, beh sta a voi scoprirlo leggendo questo libro e immergendovi in un’altra epoca, per nulla affatto differente dalla nostra, in fondo.

I templari vi aspettano.

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