Recensione “Il nazista che visse due volte. Caccia all’uomo che liberò Mussolini” di Andrea Frediani

 

 

 

1943. Dopo l’armistizio dell’8 settembre tra Italia e Alleati, a Hitler serve la disponibilità di Mussolini per governare il Paese per conto dei nazisti. Ma il Duce è tenuto prigioniero in un luogo segreto. Per trovare e liberare il dittatore, il Führer si affida a Otto Skorzeny, un austriaco che ha entusiasticamente aderito alle ss. Negli stessi giorni, nell’isola greca di Kos si consuma un eccidio di ufficiali italiani, dal quale esce miracolosamente vivo il sottotenente Eleuterio Rea. Il giovane comincia a lavorare come agente sotto copertura per gli Alleati, in stretta collaborazione con Ada, una partigiana mossa da un inesauribile desiderio di vendetta. Il destino dei due giovani si incrocia con quello di Skorzeny, ormai celeberrimo per la liberazione di Mussolini, in una serie di operazioni segrete decisive per le sorti del conflitto mondiale. Finita la guerra, Skorzeny, definito dai suoi nemici “l’uomo più pericoloso d’Europa”, riesce a sfuggire alla condanna e a ritagliarsi un ruolo prezioso per gli americani in funzione antisovietica, sviluppando una rete di contatti tra i servizi segreti di più Paesi e, parallelamente, tessendo i fili di una vasta cospirazione. Eleuterio e Ada si mettono sulle sue tracce, scatenando una caccia che li porterà, negli anni, dall’Egitto dell’astro nascente Nasser all’Argentina di Perón, dagli Stati Uniti ossessionati dalla minaccia comunista alla Bolivia dove opera Klaus Barbie, un altro dei nazisti sfuggiti alla giustizia, fino alla Spagna di Franco, finendo risucchiati nel vortice delle tensioni e degli intrighi della Guerra Fredda, prima della resa dei conti finale con l’agente nazista.

 

Per essere opera di Frediani nel corso del romanzo ci sono troppi tempi morti, le storie dei tre protagonisti Otto, Eleuterio e Ada, sono poco avvincenti, non si ha la solita suspense e adrenalina nel racconto, ma piuttosto una trama piatta, poco avventurosa, ricca di descrizioni e meno scorrevole delle altre.

Mi ha leggermente deluso, forse perché con Andrea Frediani, conoscendo lo stile, sono andata sul sicuro, aspettandomi le solite storie adrenaliniche.

Troppi i pensieri dei protagonisti che invadono la scena, poche le situazioni interessanti e da definirsi avventurose.

Ada maltrattata dalla madre per la sua semplice esistenza, a seguito del ricovero della madre in un ospedale psichiatrico, approda in un istituto religioso che segna la sua intera esistenza. Finché Giorgio, un giovane della resistenza greca, l’ha liberata diventando il suo amante, fino alla conoscenza con Eleuterio, capisce che il timido soldato italiano può fare al caso suo, aiutandola anche a portare avanti i piani di vendetta verso il padre.

Quest’ultimo riesce a lavorare per i servizi segreti inglesi e il suo unico scopo è arrivare fino a Otto Skorzeny, l’uomo delle operazioni speciali dell’SD, appena diventato famoso per aver preso parte alla liberazione di Mussolini.

Da qui un susseguirsi di vicende scomode per i due protagonisti, pagine intrise di politica varia e di storia.

Un romanzo da leggere anche se un po’ più sottotono degli altri precedenti dell’autore.

 

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