Recensione “Il mondo siamo noi due” di Jen Wilde

 

Waverly frequenta una prestigiosa scuola di New York e i suoi compagni di classe sono i figli e le figlie degli uomini più potenti d’America. Lei, neurodivergente, se non fosse per l’ottimo rendimento scolastico e la generosità del preside, non sarebbe mai stata ammessa. Quando una delle studentesse più popolari dell’istituto le chiede di partecipare a una festa in maschera spacciandosi per lei, pur con qualche reticenza Waverly decide di andarci.

Il party è una favola, tra splendidi abiti e fiumi di champagne, ma ci sono segreti pericolosi nascosti sotto la superficie. Qualcosa di strano, infatti, sta per accadere. Pochi istanti prima che un misterioso blackout faccia calare l’oscurità sulla festa, seminando il panico tra gli ospiti, Waverly assiste a un brutale omicidio. Vorrebbe chiedere aiuto, ma tutta la tecnologia è fuori uso. E così, tra labirinti e passaggi segreti, deve trovare una via di fuga al più presto, prima che qualcuno si accorga dello scambio. E se il blackout si fosse esteso anche fuori dalla festa in maschera?

Il genere in questione è un mistery, ma non del tutto sfruttato.

Waverly grazie all’amicizia con la studentessa più popolare della scuola, si sostituisce a lei alla festa in maschera, seppur reticente e non convinta del tutto, accetta lo scambio per una sola notte.

Al party la situazione cambia, se i primi capitoli sono una lenta descrizione degli eventi, all’entrata in scena del ballo in maschera qualcosa cambia e il genere del mistery si svela in tutto e per tutto.

Waverly è una neurodivergente, dettaglio originale e di impatto in questo romanzo, ma a mio avviso sfruttato poco e male.

Mi aspettavo qualcosa di più sensazionale, di più paranormal, più autentico e originale, la linea di base c’era e la mia fantasia è volata in alto… forse un po’ troppo.

Partendo dal presupposto che non è il mio genere, cercavo quel qualcosa a cui aggrapparmi per amarlo.

Elementi originali ce n’erano in abbondanza, lei lesbica, nerd, povera, che dà lezioni private per fare soldi, amica di una ragazza affetta da una mattia rara e di un genio; la festa in maschera creava il giusto velo di mistero, ma la parte investigativa e adrenalinica del genere è venuta a mancare.

L’ho trovato perlopiù piatto, senza quel pathos e quella suspense tipica del genere.

Anna

 

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