Recensione “Il mio gatto mi detesta. Il diario di Sir Thomas” di Federica Bosco

 

Sir Thomas è un magnifico esemplare di Maine Coon rosso. Maestoso, supponente e un po’ cinico. Insofferente alla stupidità della razza umana, il cui unico pregio è il pollice opponibile, Sir Thomas ha uno sguardo impietoso sull’inettitudine della sua servitù. Nella fattispecie, la disgraziata Umana che gli è toccata in sorte: Federica. A lei il compito di soddisfare le sue infinite richieste, che vanno dall’intrattenerlo con giochi sempre nuovi, al nutrirlo con le leccornie più prelibate, fino allo spazzolare regolarmente il suo manto affinché si mantenga sempre lucido e soffice. Le disavventure di Federica, raccontate attraverso gli occhi e la voce di Sir Thomas, si colorano di un’ironia irresistibile che ci conferma che il rapporto di sudditanza tra umani e felini è una delle poche certezze della vita.

Un’autrice bestseller da oltre un milione e mezzo di copie

«Caro diario, questa Umana non è affatto quello che avevo richiesto. È lenta non particolarmente agile, non parla le lingue, ma soprattutto è fastidiosamente appiccicosa e se dessi retta a lei starebbe sempre a prendermi in braccio, baciarmi e arruffarmi il pelo. Se avessi voluto qualcuno lì a adorarmi avrei preso un cane.»

 

Se siete (stati) schiavi di un gatto, questo romanzo non potrà che confermare ogni supposizione vi possiate essere fatti durante gli anni di convivenza con questi subdoli felini: comandano loro e non c’è storia!

Una narrazione fatta in prima persona da Sir Thomas, regale Maine Coon dell’autrice, le avventure e disavventure che capiteranno durante la loro convivenza fra traslochi, viaggi, ristrutturazioni rocambolesche e lotta al patriarcato che tende a infierire su una donna single (ma con i controc@zzi, se me lo passate). Fra marche di scatolette sopraffine da scegliere, reti di contenimento, ansie per ogni minimo sintomo, conto aperto alle cliniche veterinarie, posso solo ritenermi rincuorata di non essere l’unica a occuparmi in modo così meticoloso dei miei gatti.

L’umana appare, agli occhi del favoloso micione, inetta, sgraziata, vecchia, ma in fondo in fondo un barlume di affetto per questa donna lo prova anche lui.

Lettura divertente e istruttiva (per chi pensasse di essere adottato da un gatto).

 

“Quando qualcuno decide, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, di prendere un Maine Coon, sa che non sta prendendo un “micino”, ma una belva giudicante e maniaca del controllo, cui tutto è dovuto, che non darà mai per scontato quello che farai per lui e continuerà a guardarti male e farti sentire in colpa ogni volta che lo riterrà necessario.”

 

 

 

Anna

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