Recensione “Il gioco proibito” di K.I Lynn

 

 

 

 

 

Sono sempre stata una tipa introversa, per questo non faccio altro che lavorare e mi nascondo dietro l’ambizione professionale.

Ma il mio nuovo partner, Nathan, è esattamente il tipo di uomo da cui ho sempre cercato di stare alla larga. Il suo sorriso strafottente è la maschera perfetta dietro cui si nasconde un uomo tormentato. So riconoscere una bugia quando ne vedo una, e la facciata di Nathan non è troppo diversa da quella dietro cui mi sono barricata io per tutti questi anni.

Ho scoperto che persino nell’oscurità più buia può esserci la luce. Una scintilla in grado di far divampare un incendio, quando due anime vibrano alla stessa intensità.

Ogni volta che mi guarda o mi sfiora di nascosto so che è proibito. Ma ho deciso che non voglio perdere questa opportunità di essere finalmente me stessa. Anche se significa soffrire. Anche se so che Nathan non sarà mai in grado di amare.

 

 

Capisco che a noi amanti del genere piace leggere di amore e scene hot, ma qui c’è solo sesso, solo ed esclusivamente sesso. Non facevo altro che leggere di “Oddio, sì forte, veloce, ci siamo” e via discorrendo.

La lettura per me è stata eccessivamente pesante. Ho finito di leggerlo nella speranza di ricredermi.

Diciamo che, a parte qualche paragrafo – e specifico paragrafo e non capitolo – di sana storia, il resto è sesso sfrenato, in tutte le posizioni possibili e inimmaginabili.

La storia di fondo di entrambi dovrebbe essere interessante, ma a parte parlarne frivolamente e velocemente il resto è solo letto, parete e cose tipo: “Dovresti starmi lontana, Lila, io non sono quello giusto per te. Corri via finché sei in tempo, corri via da me e non guardarti indietro. Non valgo la tua vita.”

Il finale sembra lasciato aperto: “un angelo” in soccorso riuscirà ad arrivare in tempo?

La scrittura è buona, come la storia del passato lasciata tra le righe, lo sviluppo lascia un po’ a desiderare. Non so se ci sarà un seguito, ma spero proprio di sì per far salire il punteggio, perché il loro passato è degno di un epilogo.

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