Recensione “Il giglio e il leone (Beauty and the Beast)” di Angela White

 

 

 

Terminati gli studi al Trinity College, la giovane e innocente Lily lascia l’Irlanda e torna da suo padre, un ricco avvocato di Boston. Il ritorno a casa, tuttavia, si rivela molto diverso da come Lily ha sognato, e la ragazza scopre che il padre è legato a uomini influenti e misteriosi. Tra questi, il taciturno Michael O’Rourke attrae Lily irresistibilmente, con il suo fascino rude e pericoloso, i tatuaggi che fregiano il suo corpo potente e l’atteggiamento scostante. Ma quando la situazione precipita, e Lily si scopre prigioniera in un labirinto di fumo e specchi, dove niente è ciò che sembra, solo il cuore potrà guidarla e solo Michael potrà proteggerla. In un unico modo: reclamandola come suo esclusivo possesso.

«Cosa vuoi farmi?» gli domanda in un soffio, senza sapere cosa aspettarsi. Senza essere preparata a quello che segue. Un bacio. Il modo che ha O’Rourke di baciarla. Lily può solo ricevere da quell’esperienza, lasciandosi attraversare come dal passaggio di un uragano. E quando Michael, alla fine, si ritrae, lei è spossata. Priva di forza come una sopravvissuta. «Cosa succede, colibrì? Mai stata baciata?» «Mai così.»

Nuovamente la favola più bella tra le pagine, favola rivisitata, e la bestia altro non è che un “lecchino” della mala vita, colui che svolge gli affari più ignobili e assurdi. La Bella? Una giovane ventenne di ritorno dall’Irlanda, vergine, ingenua e bella, appunto.

Angela White si è cimentata in questa serie ispirata alla celebre favola, regalandoci emozioni da adolescenti in piena esplosione di sogni.

Io ho sempre amato questa favola, vedere il bello non solo attraverso gli occhi, ma parlare e capire con l’anima, lei innamorata dei libri da sempre, pura ed ingenua e lui il classico dannato, con un passato da distruggere e un presente fatto di incubi, con il profilo di un principe ed il corpo di un guerriero.

Ad abbellire la trama e renderla più “appetibile e succosa”, i combattimenti nell’arena del protagonista, quel fisico possente, la sua mancanza di loquacità, l’alone di mistero che lo investe appieno e l’amore per i libri e le rose, immancabili come nell’originale.

“Un cazzo di nessuno” lui, la principessa da rivendicare lei.

Un sequestro per decretarne le sorti e l’amore che lentamente si appropria della quotidianità e di quei piccoli e semplici gesti che sanno di protezione e di amore.

Un colibrì in gabbia e l’aquila pronta ad attaccare, la belva di Seamus.

“Perchè mi hai voluta? – Perchè non sopportavo che qualcosa di così bello andasse distrutto.”

Un sentimento da condannare ancora prima che nasca, odiarlo è la sola ed unica soluzione, allontanarsi per non farsi male, ricordare il passato per mettere le giuste distanze, “Non sono un cavaliere bianco, principessa, sono nato nel peggiore ghetto di Los Angeles… ho sempre avuto un unico dono: incassare un pugno per restituirlo forte il doppio.”

Vedere il buono dentro un cuore martoriato, ecco cos’è l’amore.

ELEONORA

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