Recensione “Il figlio dello chaffeur” di Tara Lain

 

 

 

Luca McGrath sarà anche tornato nella Napa Valley, California, come promettente chef, con il sogno di aprire un proprio ristorante con cantina di vini, ma il suo cuore è ancora legato a James Armstrong, il classico cattivo ragazzo e figlio di un miliardario. Luca ha trascorso tutta l’infanzia con James, il ragazzo d’oro dell’alta società californiana, così accecato dalla sua bellezza da non notare il pacato e tenebroso fascino del fratello maggiore, Dylan.

Ma ora Luca è tornato, e il suo nuovo charme sembra essere in grado di far dubitare James della sua eterosessualità, tanto da mettere a rischio il fidanzamento dell’uomo con una ricca e potente donna d’affari. La palese attrazione tra i due fa sì che Dylan si decida a fare la sua mossa: perché mentre Luca sognava James, Dylan sognava Luca. Quando Luca si trova incastrato in una disputa tra fratelli e viene addirittura accusato di spionaggio culinario, si prepara a cestinare il suo sogno d’amore, ma non sa che proprio Dylan potrebbe essere la chiave per realizzare i suoi sogni.

Romanzo carino, dolce e romantico.

Conosciamo subito il protagonista, il figlio dello chauffeur, lo chef Luca, che ci presenta l’amore della sua vita, il suo amico d’infanzia molto etero, James. Poco dopo veniamo a sapere che esiste il fratello di quel principe azzurro, Dylan, un uomo tutto casa e lavoro, bello da morire e del tutto gay.

Dalla trama mi aspettavo una battaglia aperta per la conquista del giovane chef, invece ci troviamo a scoprirla sullo sfondo e a capire che ce ne fosse una in atto un po’ avanti nel libro.

Devo dire che ho provato subito antipatia per James, perché sono riuscita a vedere solo quanto avrebbe fatto soffrire Luca, nella sua voglia di sperimentare e paura di affrontare l’età adulta. E Dylan mi è sembrato un po’ sottotono. Generoso, gentile ed educato, ma troppo timido nelle relazioni interpersonali per essere reale. Tutta la famiglia è piena di amore, nessuno si nasconde niente e tutti comprendono i drammi senza farne altri. Magari fosse sempre così!

L’azione, se così possiamo chiamarla, si svolge tutta nella seconda metà del breve romanzo. Il fatto che sia scritto bene, che la lettura sia scorrevole e che i personaggi abbiamo delle interessanti interazioni tra di loro, mi ha portato a valutarlo meglio. È stata una lettura piacevole, anche se non mi ha soddisfatta appieno.

Cosa che mi è dispiaciuta è non vedere abbastanza Winnie e Hazel, due signore molto vispe che hanno aperto gli occhi al protagonista.

Finale quasi inaspettato, ma tutto da scoprire.

firma Claudia

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