Recensione “Il castello di Wheldrake” di Francesca Serafini

 

 

 

 

 

Ayslin, un’orfana sassone, nell’Autunno del 1066 si ritrova al centro dei giochi di potere tra due Re che si contendono il Trono Inglese, arrogandosi il potere di decidere del suo futuro offrendola in sposa a chi conviene loro. Sfuggita al matrimonio di stato, con un vecchio Laird scozzese, incontra, proprio come in una favola, nel profondo ventre di un folto bosco, l’uomo dei suoi sogni: Beowulf un guerriero normanno. Quando la fanciulla scopre che Re Guglielmo l’ha promessa al normanno, fugge di nuovo, decisa a non appartenere mai a nessun uomo. Beowulf non è felice all’idea di doversi sposare, ma resta ammaliato dalla sua dolcezza e dal suo carattere ribelle. Onore, innocenza, perversione e violenza si mostreranno loro lungo la strada, troveranno la forza di scegliere l’amore?

Un romance storico ambientato in pieno medioevo, in piena faida fra scozzesi e normanni per la supremazia in terra inglese. Al centro di tutto una giovane fanciulla, promessa sposa a due uomini, un vecchio Laird scozzese che lei detesta e un valoroso soldato normanno. Due uomini dietro i quali si celano due re, due popoli, pronti a spartirsi un regno ai danni della giovane Aysiln che, a dirla tutta, ha un animo ribelle e indomito come le sue terre e che non vorrebbe appartenere a nessuno. Scappata dal primo uomo e dal primo matrimonio, si imbatte nel secondo, Beowulf, e ne rimane affascinata. Fra i due inizia un gioco di potere ma anche di seduzione e, perché no, anche di amore.

Un romanzo completo, con una bella storia di amore e di passione, una trama fitta e ricca di azione e avvenimenti, nonché di cospirazioni e tradimenti, due personaggi molto ben delineati e pennellati ad arte, il tutto immerso nella Storia con qualche cenno di battaglia e di strategia. Avrei preferito a questo proposito qualche nozione in più, capisco che il mercato richiede, al contrario, poche informazioni storiche ma io vado controcorrente e qualcosa in più l’avrei gradita.

Per quanto riguarda invece lo stile narrativo sono un po’ perplessa. Sicuramente curata e corretta la scrittura, che tuttavia in certi tratti presenta delle spigolosità, qualche parola qua e là oltre le righe, niente di eclatante, solo piccole cose che magari una rilettura attenta potrebbe appiattire. Oppure è proprio voluta, per differenziarsi dallo stile contemporaneo, a volte troppo fluido e veloce. Non saprei, comunque nel complesso un buon lavoro che ho apprezzato.

Consigliato.

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