Recensione “Il canto di Medusa” di Claire Heywood

 

Danae è fuggita a causa di una profezia: il figlio che porta in grembo provocherà un giorno la morte del padre, il re di Argo. Sola, incinta e lontana da casa, la principessa dovrà imparare a vivere in un modesto villaggio di pescatori, costruendo una nuova vita per il figlio che porta in grembo, Perseo. Medusa, reclusa nelle profondità dei boschi insieme a un gruppo di donne note come Gorgoni, da sempre evita ogni contatto con il mondo esterno. Ma la sua solitudine è destinata a terminare il giorno in cui incontra nella foresta un uomo ferito: Perseo. Quando una tempesta di sabbia minaccia di distruggere il suo popolo, una tribù nomade del deserto, Andromeda sa che gli dèi esigono un sacrificio per placare la loro ira. È pronta a tutto, ma a scombinare i suoi piani arriva il giovane Perseo. La leggenda del grande eroe è una stella in ascesa nel firmamento, ma ci sono ombre che si nascondono dietro la sua abbagliante fama. Ossessionato dalla conquista della gloria, il viaggio di Perseo porterà violenza e distruzione nella vita di tre donne.

 

Adoro questi retelling mitologici dove i grandi eroi, in questo caso Perseo, non ne escono proprio bene.

La mano dell’autrice, che ovviamente si prende delle licenze poetiche, ci dipinge uno scenario del tutto diverso da quello noto.

Sono le donne che costellano la vita di Perseo ad avere la parte delle protagonisti, mentre lui ci appare sempre come quel ragazzetto insicuro e in cerca di approvazione che impugnava tremante il coltello che avrebbe tolto la vita alla sua prima vittima sacrificale. Un ragazzo privato della figura paterna che pensa possa essere la violenza a renderlo un uomo.

Era solo una ragazzina, Danae la madre di Perseo, quando la profezia dell’oracolo spezzò il suo destino: il suo ventre avrebbe generato colui che sarebbe stata la rovina del di lei padre, Acrisio re di Argo. A nulla servì la reclusione alla quale il padre la sottomise per preservarne l’onore, perché il destino trova sempre il modo di compiersi, e quando col ventre gonfio del frutto del peccato venne abbandonata alle onde, lei trovò rifugio a Serifos presso una famiglia di pescatori che accolse lei e la sua creatura.
Perseo crebbe senza un padre, sebbene con altre figure maschili di riferimento, ma l’affetto predominante della madre lo rese un bambino fragile e timoroso. Una volta cresciuto venne mandato per mare per renderlo uomo ma, la sua ferocia nascosta dietro a modi gentili, aveva fatto cadere nella sua trappola prima Medusa e poi Andromeda.

 

“Forse era diventato davvero un uomo, o forse solo un ragazzino amareggiato”

 

Sebbene il titolo porti il riferimento a Medusa, lei è colei che meno di tutte sarà presente nella storia, almeno in vita, si fa cenno alla sua vita nella tribù delle gorgoni nei boschi, del loro desiderio di riservatezza nei confronti del resto del mondo; mentre Danae e Andromeda saranno coloro che, nel bene e nel male, saranno importanti nell’educazione sentimentale di Perseo, provando anche a intervenire per arginare la violenza e il desiderio di vendetta del giovane uomo.

 

Due donne provenienti da culture e ambienti opposti, principessa la prima e figlia di nomadi del deserto la seconda, ma con una forza che le accomuna: quella di dover essere legate a Perseo ma con l’intenzione di non soccombere.

 

“Non aveva protetto Perseo dal mondo, né il mondo da Perseo”

 

Il dolore e la solitudine provati dalla giovane Danae sono strazianti, pensare ad una fanciulla che si trova da un momento all’altro esiliata nella propria casa, lontana da ogni affetto e con una prospettiva aberrante, a causa di una visione, è avvilente.

 

E lo stesso per Andromeda che, sacrificatasi in prima persona per placare le ire degli dèi che stavano flagellando la sua terra, si ritrova rapita da uno sconosciuto che ne vuole fare la sua sposa, pensando che tutto gli sia dovuto.

 

“Ti fermi mai a riflettere prima di prendere quello che vuoi? A me, l’hai mai chiesto?”

 

 

Donne strappate dagli affetti per superstizione, violenza o predominanza maschile, ma che trovano il coraggio per rimettere insieme i loro pezzi ed andare avanti.

 

“Sei una sopravvissuta, Andromeda. Proprio come me. Facciamo quel che dobbiamo e sopportiamo quel che possiamo”

 

Un bel manifesto di solidarietà femminile e girl power.

 

 

 Anna

firma Claudia

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