Recensione “Il cadavere nel fiume” di Brian McGilloway

 

 

 

Derry, Irlanda. Il cadavere di un ragazzo viene rinvenuto in un parco lungo il fiume, con il cranio spaccato da una pietra. C’è solo un indizio per identificarlo: il timbro di un locale gay che si trova nelle vicinanze. La detective Lucy Black, incaricata di seguire il caso, comincia a fare ricerche all’interno della comunità in cui il ragazzo viveva. Le tensioni non tardano a manifestarsi perché, nei giorni precedenti l’omicidio, un predicatore locale aveva abbracciato l’ipotesi della lapidazione per gli omosessuali. Il gruppo in difesa dei diritti dei gay insorge. Le cose si complicano ulteriormente quando un’organizzazione di estrema destra prende di mira una famiglia rumena che vive in un quartiere popolare. Mentre gli attacchi si intensificano, Lucy e il suo capo, Tom Fleming, devono anche gestire i dissidi tra un vecchio paramilitare e il suo vice, che minacciano di infiammare ulteriormente una situazione già instabile. Tutto sembra opporsi alla risoluzione del caso…

Romanzo scritto alla perfezione. Riesce a catturare l’attenzione del lettore sin da subito con una scrittura fluida e ricca e una narrazione che non dà modo di staccare gli occhi dalle pagine.

I personaggi sono perfettamente caratterizzati e ben suddivisi nei loro “ranghi”. Come ogni thriller o giallo che si rispetti, però, dobbiamo aspettarci l’inaspettato. Qui, quella che dovrebbe essere una delle sorprese finali, non ci prende così tanto alla sprovvista, ma non credo sia un caso. L’autore ci imbocca nel corso del romanzo, ci fa capire qualcosa senza dare mai conferme fino al momento che ha deciso lui.

Un bravo al signor McGilloway.

La storia narrata parla soprattutto di intolleranza verso il diverso, in questo caso verso lo straniero e l’omosessuale, e l’incapacità di accettazione di una realtà che cambia. Una lotta per la supremazia. Un ritorno al passato volto alla sottomissione di minoranze. Ma anche uno spiraglio di luce, piccoli gesti che fanno ancora credere nella bontà dell’umanità.

Con questo romanzo ci si arrabbia, si prende la parte di qualcuno e si crede fino alla fine nella giustizia.

Se amate il genere, non lasciatevi sfuggire un romanzo simile.

firma Claudia

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