Recensione “IL BASTONE DI SEYDR” di Sebastian Bernadotte

 

 

 

 

 

Sono un Völvo!

Ecco la bomba che ha sganciato mio padre, poco prima di morire.

No, non sono un’automobile svedese, bensì uno stregone che vive da solo nella casa di famiglia sull’isola di Sandhamn.

Dopo che uno dei miei simili ha provato a uccidermi, Thomas, un giovane seducente e misterioso, ha accettato di aiutarmi a trovare le risposte che cerco.

Il pericolo dilaga e adesso sono braccato da una vecchia organizzazione che vuole la mia morte a tutti i costi.

Il mio potere è la chiave, ma riuscirò a controllarlo prima che sia troppo tardi?

 

Urban fantasy MM molto carino, con spunti interessanti e ricco di colpi di scena.

Eric è un giovane timido e riservato, rimasto orfano e con uno zio che lo ha sempre maltrattato e denigrato per il suo essere gay e per il suo carattere schivo. Un giorno però scopre di non essere un comune mortale ma un Volvo, parola strana e facile alla presa in giro eppure densa di significati per chi sa coglierli. Volvo sta per stregone. Ad Eric si apre un mondo, un immenso mondo e in questa nuova consapevolezza di sé incontra Thomas, un uomo affascinante e misterioso che lo aiuterà a capire chi è e cosa è in grado di fare. Eric diventa suo discepolo e ben presto anche qualcosa di più fino al punto in cui i due ragazzi costruiscono un legame indissolubile che li lega per sempre.

Nasce così una bella storia d’amore fatta di complicità ma anche di scontri e di sfide all’interno di un’originale racconto urban fantasy, dove l’autore mette in campo molte figure del mondo magico, dagli stregoni appunto ai vampiri, ai lupi mannari e ad altre incredibili creature.

Unico neo è forse la scrittura, spesso troppo prolissa e a volte noiosa all’interno invece di un racconto dinamico e piacevole, comunque consigliato per gli amanti del genere.

SENSUALITA’

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