Recensione “I segreti della villa in collina” di Daniela Sacerdoti

 

 

 

Un segreto del passato si nasconde tra le pagine ingiallite di un diario Callie, una timida cameriera, è appena arrivata a Montevino, in Italia, dal Texas, in cerca di risposte sulla sua identità. Ha scoperto da poco di essere stata adottata e di aver ereditato dalla madre che non sapeva di avere la splendida villa in collina che ha davanti, e che la lascia decisamente senza fiato. Con le chiavi ancora strette tra le mani si prepara a varcare i cancelli arrugginiti, dove la aspetta un primo incontro con Tommaso, il custode del castello che sorge poco distante dalla villetta. Attraverso la sua vera madre, Callie entra in possesso anche di un taccuino di pelle color tortora, il diario di una donna di nome Elisa. Pagina dopo pagina, Callie viene travolta dalla storia d’amore di Elisa, scoprendo come abbia sposato in segreto il suo fidanzato d’infanzia prima di decidere di unirsi alla Resistenza. I due avevano giurato di ritrovarsi quando la guerra fosse finita, ma il destino decise diversamente. Callie è certa che la sua vita e quella di Elisa siano in qualche modo collegate, e che la verità sulla sua famiglia d’origine sia nascosta tra le pagine ingiallite del diario. Questo le dà il coraggio per iniziare a fare domande agli abitanti del paese, fino a quando sente che il suo cuore comincia finalmente ad aprirsi.

Un libro che mi ha fatto innamorare soprattutto degli ambienti.

Impeccabile in ogni sua parte e la parte descrittiva di paesaggi, ambienti e cornici ne ha decretato le sorti.

Affascinata di ogni parola scritta dall’autrice, una descrizione di ambienti che mi ha fatto sognare ad ogni parola.

Mi sembrava di essere lì ad annusare un fiore, guardare il cielo limpido e a sognare con gli occhi rivolti verso il cielo.

Perfetto in ogni suo elemento.

Stilisticamente parlando, impeccabile.

Capitoli della giusta lunghezza, personaggi delineati in maniera perfetta, storia originale, ambientazione spazio-temporale ineccepibile.

Un libro inattaccabile, completo, irreprensibile.

Molti i passaggi e le frase da segnalare, i termini di paragone usati dalla scrittrice per descrivere anche una semplice parola:

“Una scrittura color seppia che sapeva di antico”

“Casa delle lucciole. Alla luce del giorno, finalmente potevo osservarla meglio. Alla vista dei suoi muri bordeaux decorati dagli affreschi, della terrazza e della torretta laterale, rimasi senza fiato. Gli affreschi erano delicati, leggermente sbiaditi”

“in silenzio quasi intimorita, vagai tra i mobili antichi e i quadri appesi alle pareti”

… e potrei continuare all’infinito.

“Montevino era un luogo da cartolina. Ovunque guardassi, mi sembrava di essere dentro a un’opera teatrale, la cui scenografia erano gli scorci meravigliosi del borgo.”

Perfetta e non noiosa, una cadenza ritmica che coinvolge in tutto, anche nella semplice passeggiata della protagonista.

Callie eredita una villa in Italia, sola al mondo e senza un solo parente a farla sentire parte integrante di una famiglia, la verità delle sue origini la sconvolge e intraprende questo viaggio dal Texas verso la nuova proprietà a Montevino.

La storia di due sorelle dai nomi di piante, Malva e Flora, sarà la chiave del suo passato, e lei il tramite attraverso il quale il futuro prenderà nuova forma.

Segreti di famiglia svelati attraverso pagine sbiadite di un diario, la verità dietro l’angolo che tarda ad arrivare e quando anche il cuore trova la sua casa, la storia è semplicemente perfetta.

Elisa, nonna Tina, Alba, Tommaso, comparse e personaggi che hanno reso la storia completa.

Tra detti e dialetti piemontesi, scenografie e fotografie degni di oscar, una storia del passato che completa il presente di Callie.

“Sei felice, Rissi? – Come un lupo con il suo branco.”

firma Claudia

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