Recensione “I segreti del giardino del tè” di Janet MacLeod Trotter

 

 

 

Libby arriva in India piena di aspettative, ma i tumulti e l’ostilità verso i britannici potrebbero mettere in discussione ogni certezza

Con la fine della seconda guerra mondiale, Libby Robson lascia l’Inghilterra per raggiungere la casa in cui ha trascorso l’infanzia, in India, e il suo adorato padre, James. La folgorante bellezza dell’Asia la conquista subito: il brusio vivace di Calcutta, il profumo dei giardini di Assam… Ma una terribile minaccia si nasconde dietro l’apparente bellezza e tranquillità. Il Paese è sull’orlo di una rivolta e i giorni del dominio britannico sembrano contati. In quanto proprietario di una piantagione di tè, James incarna l’odiato regime coloniale. Costretta a confrontarsi con fatti e intrighi che non immaginava, Libby mette in discussione i ricordi idealizzati della sua infanzia, specialmente dopo l’incontro con l’affascinante Ghulam Khan, che combatte per la libertà del suo popolo. Mentre le tensioni crescono, nessuno è più al sicuro. E quando i segreti del passato di suo padre verranno alla luce, Libby vedrà le proprie certezze crollare: di fronte a lei c’è una vita da ricostruire.

Ritornare in India dopo averla desiderata e sognata ogni notte ed ogni singolo giorno negli ultimi undici anni della sua vita.

Un libro ricco di dettagli storici e sociali, oltre alla storia d’amore che arricchisce il romanzo.

Lo stile intramontabile e magistrale dell’autrice ci porterà dentro i tumutli delle rivolte indiane per l’indipendenza, ai discorsi dei musulmani, all’ira degli indiani nei confronti degli inglesi colonizzatori e al movimento di Gandhi che prende vita proprio in questo periodo.

La dinamica della scrittura audace e serrata ci farà innamorare dell’India vista con gli occhi di una bimba innamorata, con gli occhi della stessa bambina cresciuta e diventata una ragazza ribelle.

“Non innamorarti di lui, Libby: ne ricaverai solo un cuore spezzato.”

Mai i e poi mai avrebbe immaginato di “potersi innamorare perdutamente di un carismatico, sensuale, divertente, insopportabile e appassionato rivoluzionario indiano di nome Ghulam Khan.”

Un libro che ti porterà a chiedere “Chi è il vero indiano?”, le tante piccole minoranze etniche in una Nazione che non avrà una vera e propria entità limpida o un’unica etnia.

Sotto le rivolte e la storia di Libby, l’autrice lentamente ci svelerà il grande segreto che si nasconde in quella casa di famiglia, in quel padre integerrimo.

Si accavalleranno storie minori che arricchiscono maggiormente il romanzo, già abbastanza corposo, storie che ci porteranno a soffrire, ad attendere quell’unica speranza di vita.

Una lettura intensa che ci farà riflettere, che ci donerà un volto diverso dell’India in un’epoca di cambiamenti radicali.

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