Recensione “Hostile Saint-La vendetta di un santo” di India R. Adams

 

Due sole parole: per sempre.

Ecco perché devo ritrovarla.

Ecco perché farò tutto ciò che è necessario.

Ecco perché ucciderò chiunque cercherà di fermarmi.

Per sempre…

Sì, lei per me è proprio questo.

Dato per morto, Tate non ha molta scelta: deve fidarsi degli sconosciuti che sono arrivati sgommando nella sua vita in sella a motociclette che ruggiscono come draghi.

Lo aiuteranno? O porteranno altro dolore alla persona che ama di più al mondo?

Hostile Saint – La vendetta di un Santo è un dark romance con una gang di motociclisti che vi farà sperare nell’impossibile.

 

Hi readers Sale e Pepe,
Oggi vi parlo di un libro che ho “rubato”, ebbene sì, lo aveva preso in carico un’altra collaboratrice del blog, ma spinta da un desiderio malsano di angst e sofferenza, cosa che, lette alcune recensioni, sapevo di trovare, ho chiesto di poterlo leggere io.

Ed eccoci qua a parlare di “Hostile Saint: La vendetta di un Santo” di India R. Adams, edito da Triskell edizioni.

Che dire, ho ragionato circa 24h prima di buttare giù questa recensione, perché il mio cuore diceva una cosa e il mio cervello, iper perfettino, un’altra.

Il libro inizia sicuramente col botto, il primo capitolo, come anche inserito tra le avvertenze dell’autrice mi ha ridotta in ginocchio: tachicardia, ansia, lacrime e tutto il contorno, da lì in poi, la situazione è stata…altalenante.

In questo libro i fatti sono narrati in maniera poco lineare, molti flashback che sono il 99% delle volte ricordi dolorosi, violenti e molto molto crudi.
Ricordi che, in momenti in cui la situazione sembra andare meglio, la complicano nuovamente.
Immaginate un puzzle che rappresenta una sorta di spirale che si allarga piano piano. La parte centrale, quella più scura, è il primo capitolo e poi da lì si aggiungono tasselli, sempre più chiari in circolo.
Ogni pezzo che si aggiunge porta altro dolore a Saint e alla sua nuova inaspettata famiglia, ma allo stesso tempo lo libera dal suo passato, in una sorta di cura e guarigione attraverso la sofferenza.

«Se ripenso al mio passato mi sembra finalmente di aver finito di rileggere un libro. Ti prego però di ricordare che quando l’ho letto per la prima volta ero molto piccolo.» Lui gonfiò e abbassò il petto. «E ora che riguardi quelle pagine con occhi adulti?» La mia gola si strinse. «So di essere fortunato a essere vivo.» Il respiro mi si spezzò. «Sono fortunato che lei sia viva.» Posso scegliere come reagire. Inalai a fondo per calmarmi.”

Ora direte, fin qui sembra che tu abbia adorato questa storia, perché invece all’inizio hai tentennato?
Ebbene, se devo essere del tutto onesta, pur trovando questo libro super intenso, non mi ha convinta al 100%.
In particolare  l’intreccio degli eventi, il modo in cui la trama si snoda.
Per cui, se da un lato ho adorato gli Stalloni e volevo mettere Saint nel pluriball per proteggerlo, dall’altro ho notato anche delle carenze.
L’autrice all’inizio dice: “Altri orribili dettagli […] sono basati sulle dichiarazioni di vittime che sono sopravvissute per raccontare la loro storia. Potete scegliere se credere o meno a queste persone.”
Io non ho fatto fatica a credere all’orrore raccontato, so bene quanto male possa partorire la mente umana, né ho pensato fosse esagerato leggere certe cose, ma credo che sia un po’ stato gestito male il tutto, tanto da farmi storcere il naso e dire…”mmm too much”, perché mi è sembrato ci fosse troppa carne al fuoco.
Ho provato anche un po’ di confusione, forse dovuta anche allo sviluppo poco lineare? Probabile, però è quello che è successo.
Non posso dire però che il libro non mi sia piaciuto, mentirei, perché ho amato il modo in cui Lynx e gli altri stalloni si prendono cura di Tate e come lui a sua volta vuole farlo con Lacey, anche se quest’ultima non è caratterizzata perché in effetti il focus è tutto su Tate che è anche l’unico narratore.

“Lei era il conforto nella mia pace. La mia pace in guerra. Era il mio per sempre.”

Insomma, se valuto l’insieme di tutti gli elementi, qualcosa, come ho detto, non funziona.
Hostile Saint, è un dark romance, non per il rapporto tra Lacey e Tate, tutt’altro, i due sono dolcissimi, anzi, la parte romance tra loro è quasi in secondo piano rispetto al resto, né per la presenza di una gang di motociclisti, ma per gli episodi di abusi e torture del passato di Tate (e Lacey) e per la violenza che ancora lo circonda e in qualche modo fa ormai parte di lui.

Lo consiglio, anche con quegli appunti che ho, in tutta onestà, dovuto fare, ma preparatevi a una lettura densa di emozioni, cruda, intensa, un pugno allo stomaco, non per tutti.
Insomma, siate consapevoli, che non è un romance leggero, anzi, che la relazione romantica e l’amore che ne deriva, pur guidando le azioni di Tate, non sono il centro di tutto.

 

 

 

 

Giovanni

 

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