Recensione “Guerre di mafia” di Bruno De Stefano

 

Quando si parla di guerra, è automatico pensare a uno scenario in cui due o più Paesi ricorrono alle armi per risolvere una disputa politica. Eppure, questo terribile modo di risolvere i conflitti non riguarda soltanto gli Stati: una guerra può essere combattuta anche tra gruppi e organizzazioni che nulla hanno a che fare con i governi e gli eserciti nazionali. E questo gli italiani lo sanno bene. A partire dagli anni Sessanta del Novecento, la penisola italiana è stata insanguinata da veri e propri conflitti armati, combattuti dalle più potenti organizzazioni criminali: Cosa Nostra, la camorra e la ’ndrangheta. Guerre che hanno lasciato sulle strade centinaia di morti tra cui moltissimi innocenti. Dagli scontri per il controllo dei traffici illegali agli attentati contro i rappresentanti dello Stato, dalla prima guerra di mafia alla faida tra Scampia e Secondigliano: la sanguinosa storia che si intreccia a quella del nostro Paese.

Cosa nostra, camorra, ’ndrangheta: quando i mafiosi scendono in guerra

Tra gli argomenti trattati:

La prima guerra di mafia

I corleonesi alla conquista della Cupola

La seconda guerra di mafia

La nascita della nuova camorra organizzata e lo scontro sanguinario con la nuova famiglia

L’ascesa dei casalesi

La guerra di Scampia

La prima guerra di ’ndrangheta

La ’ndrangheta contro lo stato e la società civile

La seconda guerra di ’ndrangheta

 

Un reportage delle stragi dagli anni ’60 ad oggi compiute dalle tre organizzazioni criminali italiane più note e meglio identificate: mafia, camorra, ‘ndragheta.

Diecimila morti lungo il cammino che ha portato sotto i riflettori una delle piaghe che identificano la nostra bella Italia.

Parlo da siciliana, da chi si dice che la mafia la portiamo dentro, l’umiltà è così radicata in noi che a volte fa più paura una parola non detta per paura che il semplice premere il grilletto.

Racconta la crudele protervia dei clan, la debolezza dello Stato, la sua collaborazione, la violenza inaudita, le indagini, il maxiprocesso, i morti illustri e quelli meno conosciuti, delitti impensabili e altri architettati in maniera eclatante e discussa.

“Cosa Nostra, camorra e ‘ndragheta non sono sparite, anzi. Semplicemente, non hanno più bisogno di premere il grilletto.”

Quali parole possono oggi rivelarci la verità dei fatti?

Abbiamo sconfitto la mafia? Perché non si sente più parlare di stragi?

Forse perché i loro interessi sono mutati e rivolti altrove e non sarà il sangue il loro mezzo.

Una raccolta di indagini, morti, nomi che rivelano come nel corso del tempo la mafia ha cambiato volto, armi, fini e mezzi.

Sono rimasta travolta da stragi, colpi di pistola, articoli di cronaca nera, nomignoli curiosi, clan camorristi, famiglie spezzate, latitanti e scontri sanguinari.

Scene che fanno accapponare la pelle, brividi che pervadono il corpo, ricordi di immagini che sconvolgono la mente, notiziari impazziti nel dare la “NOTIZIA”, eppure oggi sembra che tutto taccia.

Scampia forse è l’ultima guerra cruenta che ha sconvolto l’Italia, lasciandoci allibiti e inermi, eppure indifferenti di fronte a tale crudeltà, e mi chiedo se sia veramente la mafia a far paura oppure la nostra indifferenza.

Anna

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