Recensione “Fino all’ultimo bacio” di Barbara Scotto

«Due a zero per me, reginetta. Tieni tu il conto

New York contro Los Angeles.
Byron contro Carrington.
Due famiglie, una guerra fredda che dura da generazioni.
Ma se una notte i rispettivi ‘rampolli’ di quelle due famiglie rivali finissero per baciarsi, dando vita ad un’eccitante e intrigante tregua? E se il tuo acerrimo nemico, diventasse l’unico in grado di farti impazzire dolcemente? Ivy e William dovranno decidere se continuare a farsi la guerra o invece ammettere che insieme sono l’incastro migliore di tutti i tempi…

Primo libro che leggo di Barbara Scotto e sicuramente non sarà l’ultimo.

Questa sarà una recensione contraddittoria. Leggete fino alla fine per capire perché.

Mi piace la scrittura dell’autrice e il fatto che la storia scorra molto velocemente. Quello che non mi è piaciuto è il rapporto tra i due protagonisti. Non sono una grande amante dei personaggi cattivi tanto per il gusto di esserlo e la lotta estenuante tra due ragazzi che dovrebbero essere più intelligenti dei propri avi, non mi è andata molto giù.

 

William Carrington è meschino, subdolo, il classico playboy – figura che mi disgusta alquanto – che pensa solo a fare il figlio di papà, tanto lui ha la strada spianata. Ne ho letti tanti di questi personaggi a cui tutto è dovuto, perché non hanno mai dovuto lottare per avere un lavoro. Certo, William è obbligato dal padre perché, in caso contrario, perderebbe tutto… ma è davvero così? Qual è la verità?

 

Ivy ha subìto le angherie di un padre che la tratta con sufficienza solo perché donna, perché in lei vede la madre che lo ha tradito, che ha avuto l’ardire di volere una vita migliore, lontano dalla sua violenza e crudeltà.

Ivy si sente costretta a non opporsi al padre, tutto ciò che ha è di proprietà dell’uomo che è convinto che anche lei sia uno dei tanti oggetti di cui può disporre a piacimento. Ivy non sa come fare per uscire da quella comfort zone che altro non è se non la sua personale prigione. Non può fare scelte di testa propria, non può muovere un dito senza che il padre ne sia a conoscenza. Se lui dice qualcosa, lei è obbligata a fare come le è stato imposto.

Nonostante tutto il dolore subìto e la pressione che entrambi sentono addosso, dove William risponde con disprezzo e cattiveria, Ivy cerca, invece, di tirare fuori il meglio dalle situazioni, con educazione e gentilezza, senza mai una parola fuori posto, per non uguagliare il padre.

Per fortuna che c’è Brittany, la migliore amica di Ivy.

Grazie a lei, Ivy ha modo di uscire e vedere cosa c’è fuori. Proprio in una di queste occasioni Ivy e William si ritrovano, dopo anni, pur non riconoscendosi.

Tra i due scatta qualcosa, una passione travolgente che non è solo tale.

Ovviamente la cattiveria di William supera il limite in più occasioni e questo mi ha fatto storcere il naso non poco. La vuole, ma la respinge perché si sente attratto come mai prima e, nel farlo, la ferisce e la offende e lei, abituata a subire violenza psicologica non risponde.

Il tira e molla tra i due è un continuo sali e scendi nella narrazione.

Il vorrei ma non posso, il “ti voglio, ma solo se non lo sa nessuno”, la continua lotta interna di entrambi per capire cosa fare… capisco che, per i due, sia stato molto difficile allontanarsi dalla mentalità con cui sono stati cresciuti e la reticenza di entrambi è stata molto realistica. Cosa che ho apprezzato.

 

Bella la storia della fondazione, toccante e interessante anche dal punto di vista narrativo.

 

Quindi, mi è piaciuto?

Sì e no. Mi piace come scrive l’autrice ma non ho apprezzato i personaggi e il loro modo di fare. La storia mi è piaciuta e anche come si è evoluta la situazione. Sicuramente mi ha scatenato una miriade di emozioni, dalla rabbia alla lacrimuccia, dal sorriso al disprezzo, il ché rende il romanzo degno di essere letto.

firma Claudia

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