Recensione “Enchanter. Segreti e passione” di Triss

 

Lyall MacEwan è orfana dall’età di sei anni. Sopravvivere, descrive bene i suoi primi venti anni di vita. Nonostante il destino l’abbia presa ripetutamente a calci, togliendole ogni forma di affetto, lei vuole disperatamente crederci in quell’amore da romanzo. La lezione che il suo ex ragazzo le ha impartito, però, le ha lasciato addosso un senso di inadeguatezza che le si ripropone ogni volta che si guarda allo specchio. Tutto quello che vuole è fuggire da una realtà triste e piena di dolorosi ricordi. Per questo si rifugia nella Deep Society. In quel mondo virtuale Lyall rinnega la dolcezza e la remissività, e anche se oscillare tra l’istinto di autodistruzione e il desiderio di rivalsa può essere straziante, solo grazie alla Deep sembra trovare pace.

 

Balthair Lisdore è un maniaco del controllo, arrogante e rabbioso, ma soprattutto, consapevolmente bello. A capo dell’azienda di famiglia, vive per il suo lavoro e per sé stesso. Ogni giorno indossa la sua bella maschera di freddezza che lo rende un uomo d’affari spietato e inarrivabile, mentre con le donne rifugge qualsiasi forma di rapporto diverso dalla mera soddisfazione fisica. Eppure, per sfogare l’aggressività latente che gli scorre sottopelle, anche lui si è dovuto costruire un mondo virtuale su misura, e soltanto nel suo Darkside può davvero scaricare le sue pulsioni.

 

Lyall è quanto di più lontano e fastidioso dal suo ideale di donna possa esistere. Se solo non gli piombasse continuamente tra i piedi, forse, non l’avrebbe neanche notata. Non sa che farsene di una (troppo) giovane nerd, ingenua e saccente… E allora perché non riesce a smettere di pensare a quella ragazzina dagli occhi puri e luminosi che tanto lo tormentano?

 

La Deep Society si diverte a creare vite parallele e alternative con gli avatars degli iscritti, dando la possibilità alla nostra timida e inadeguata protagonista ventenne di sfogare le sue “manie di protagonismo e di dominio” impersonando una trentenne navigata.

Balthair è il classico maniaco del controllo, integerrimo nel lavoro, uomo d’un pezzo, bello e arrogante; la necessità di non aver legami nel mondo reale lo spinge a rifugiarsi in quello virtuale dove riesce a sfogare le sue fantasie.

I due si incontreranno in quell’ambiente neutro ma lo scontro con la realtà sarà ben diverso.

Il ritorno alla realtà è come un risveglio da un lungo sonno agitato, e i due si ritroveranno a far i conti con le loro insicurezze ed emozioni per troppo tempo taciute.

 

Il romanzo non mi è piaciuto particolarmente, non rientra nel mio genere d’elezione ( ma per questo non posso fargliene una colpa) ma ho anche avuto l’impressione che mancasse qualche sequenza che riuscisse a delineare il passato “sponsorizzato” di entrambi i protagonisti.

Ho avuto anche difficoltà a scindere le due realtà e ho trovato i protagonisti carenti di sentimenti: troppo sesso virtuale, scarse le effusioni reali.

 

Non ci sono significative delucidazioni e informazioni che spieghino questa avversione all’amore, solo pochi accenni che lasciano l’amaro in bocca e la voglia si scoprire.

 

 

 

Anna

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