Recensione “Egitto tra le dita” di Flavio Ciabattoni

 

Egitto tra le Dita è il secondo episodio di una collana di racconti di viaggio attraverso cui Flavio descrive la sua esperienza di viaggiatore nei paesi arabo-musulmani che circondano il Mediterraneo. Cole di sudore sulle tempie, il sole rovente che arrostisce la pelle, il ronzio delle mosche fastidiose e il trambusto dei bazar si mescolano e si fondono con Ramses II, Alessandro Magno, Cleopatra, le donne egiziane, la comunità LGBT, i millennial pieni di speranza, i copti, i sufi, i nubiani, i beduini: un libro per dissezionare l’Egitto in un chiaroscuro allo stesso tempo sublime e spaventoso. Il lettore viene così trasportato in un doppio viaggio: un’avventura fatta di suoni e colori vivissimi, lingue arcaiche, sapori speziati, tradizioni antiche, usi e costumi esotici; e un’introspezione che fa la spola tra la solitudine del dubbio, i fantasmi delle Primavere Arabe e quelle terre di nessuno che si nascondono all’intersezione delle radici greche, arabe e latine.

Radici fluide, come le acque del Mediterraneo.

 

Flavio porta con sé il lettore, come fosse appollaiato sul suo zaino, alla scoperta dell’Egitto, una vacanza lunga un mese, vissuta in modo non convenzionale.

Ma che ne sanno quelli che si passano le vacanze in Egitto nei villaggi turistici con escursioni organizzate? Flavio ha scelto la piattaforma Couchsurfing come appoggio nel suo lungo tour, dormendo nelle case dei tanti iscritti e vivendo il paese “da dentro”.

Una soluzione sicuramente più economica che ti permette di assaporare la vera vita di una nazione così controversa: la sua storia millenaria si scontra con un paese che sa essere molto ospitale ma anche tanto opprimente. Ammiro Flavio e il suo coraggio di immergersi da solo in un paese sconsigliato dalla Farnesina, la sua capacità di legare con la moltitudine di umanità con la quale ha avuto a che fare.

Flavio ha il dono di saper raccontare i luoghi visitati con un’accuratezza maniacale e terribilmente poetica, ho visitato la galleria delle sue foto di viaggio ed erano esattamente come mi ero immaginata, così come lui me le aveva illustrate.

Un paese che cambia volto nei vari luoghi visitati, dal più incantevole al più inquietante, dal più libero al più fondamentalista dove il turista viene osservato, analizzato in modo da farti sentire in soggezione. Ho apprezzato molto le considerazioni fatte sulla libertà, sulla politica, sui sentimenti; ogni esperienza ha arricchito questo viaggiatore del mondo e ha arricchito anche me che l’ho letto.

Di sicuro ho capito di aver perso l’occasione, 30 anni fa, di poter visitare un luogo meraviglioso e ancora libero dalle oppressioni religiose, sicuramente non sarebbe una meta che avrei voglia di visitare nonostante le meraviglie ospitate, non più.

Se volete viaggiare fra la storia, la gente e le tradizioni di questo paese, questo è il libro giusto per voi, le parole di Flavio mi sono entrate sottopelle, come fossero sabbia fine del deserto.

 

 

firma Anna

firma Claudia

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