Recensione “Dreams hotel” di Lella Dellea

 

Finalmente, dopo anni di assenza, sono tornata al Dreams Hotel.

Una misteriosa telefonata di mia sorella Hope mi ha spinto a fare questo viaggio, lasciando Parigi alle spalle.

Appena ho varcato la soglia dell’hotel, ho sentito un brivido di emozione percorrere la mia spina dorsale. La bellezza di questo luogo è rimasta intatta nel corso degli anni, come se il tempo si fosse fermato per preservare la sua magia.

Non posso fare a meno di pensare a quanto sia fortunata ad avere questo luogo magico come rifugio, un’oasi di felicità.

Per non parlare dell’accoglienza calorosa della mitica Zia Margaret. Il suo sorriso luminoso e gli occhi scintillanti di gioia mi hanno fatto sentire subito a casa. Come un angelo custode, lei sa esattamente di cosa ho bisogno in questo momento. Il suo affetto e la sua presenza amorevole mi riempiono di calore e mi fanno sentire amata e accolta.

E così, mentre mi immergo in questa atmosfera coinvolgente, sento che un nuovo capitolo della mia vita sta per iniziare. Qui, al Dreams Hotel, ho la sensazione che tutto sia possibile.

 

 

Carino questo primo romanzo della serie.

La storia si apre con l’arrivo o, meglio, il ritorno al Dreams Hotel di Gioia. Con la scusa della telefonata di Hope, Gioia si è voluta allontanare da una situazione familiare e lavorativa stressante e non più nelle sue corde. Tante, troppe cose sono cambiate e il ritorno alla sua altra casa le servirà per capire davvero cosa vuole.

Capiremo, leggendo, il vero motivo dietro alla telefonata preoccupata di Hope e vedremo come le due ragazze si riprenderanno dalla notizia e affronteranno le conseguenze.

Siamo ancora solo all’inizio della storia e poco è stato detto, nonostante siano state messe le basi per il seguito.

 

Confesso che ci sono state delle dinamiche che non mi hanno fatta impazzire per quanto riguarda il rapporto poco chiaro tra Stefano e Gioia… lui è gay ma potrebbe provare qualcosa per lei? È attrazione o solo stima? Per quanto riguarda Roberto, invece, nonostante sia un personaggio presentato come bella persona, a me proprio non piace: non mi piace il rapporto che dovrebbe avere con il suo compagno, né il suo egocentrismo. Capisco, però, il bisogno di non mostrarsi per chi si è davvero, a causa del suo lavoro.

 

In questo primo romanzo ciò che spicca è la voglia di cambiamento, il bisogno di accettazione da parte di se stessi e degli altri, la volontà di cercare ciò che ci fa stare bene.

 

Qualcosa non mi torna, ma vedremo con il seguito. La lettura è abbastanza scorrevole e il romanzo godibile.

Interessante il finale con cliffhanger che ci fa chiedere quanto arriverà il secondo volume.

 

 

samanta

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