Recensione “Doppelbanger. Cajun Girls Vol. 2 – Edizione italiana” di Heather M. Orgeron

 

 

Gina e Jeffrey si incontrano durante una crociera ai Caraibi, lei è una trentacinquenne abile cacciatrice di ragazzi single, lui… troppo vecchio, troppo biondo, troppo rigido e troppo papà!

Dopo Boomerangers torna Heather M. Orgeron con il secondo volume della divertente, ironica e sexy serie Cajun Girls.


A trentacinque anni, Gina Bourque è un’abile cacciatrice. Se un ragazzo è single, sui vent’anni, con i capelli scuri e gli occhi marroni, c’è una buona probabilità di trovare il suo nome sul libretto nero di Gina.
Jeffrey Ryan non avrebbe mai immaginato che a quasi quarant’anni si sarebbe ritrovato vedovo e padre single. Ma eccolo qui, ad arrancare in questa cosa chiamata vita con due figlie che osservano ogni sua mossa.
Quando Gina e Jeffrey si incontrano durante una crociera ai Caraibi, scocca la scintilla e non in senso positivo. Lui è troppo vecchio. Troppo biondo. Troppo rigido. Eppure lei è attratta da lui come una falena è attratta dalla fiamma. Lei è troppo esuberante. Troppo impertinente. Troppo selvaggia. Ma dentro di lui accende qualcosa che Jeffrey non riesce a ignorare.
Sappiamo tutti cosa succede quando si gioca con il fuoco…. qualcuno finisce per bruciarsi.

 

Lei è in crociera con i figli della sua amica che ha appena partorito, lui è un vedovo in vacanza con le figlie.
I figli si piacciono e i grandi pure.
Lui è un CEO, lei una sessuologa molto disinibita che è abituata a divorare giovani vogliosi. Lui è troppo vecchio per il suo standard ma quando la natura chiama…
La fine della vacanza sembra segnare anche il the-end fra Gina e Jeffrey, ma il destino ha piani differenti…
Protagonisti che insistono a dimostrarsi fighi e moderni e solo interessati a togliersi sfizi, ma hanno entrambi un passato sofferto e non ce la danno a bere con questa facciata da viveur; soprattutto Gina che vuole passare per la cougar di turno (per usare un vocabolario da scaricatrice di porto) più che da professionista del settore, che persino davanti alla famiglia fa la disinibita esibizionista.

Da metà libro in avanti la narrazione diventa più sentimentale e meno squallida ma non mi ha convinto.
Avrebbe potuto anche essere un romanzo carino ma mi ha nauseato l’abuso di termini volgari: non ce n’era bisogno, si può scrivere uno spicyromance con più classe…
Purtroppo gli episodi che possono far sorridere vengono offuscati dal resto
Per me è un ni.

 

 

Anna

Giovanni

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