Recensione “Dimmi per chз combattiamo” – Serie: A prima vista #4 di Tj Klune

 

 

 

Credete nell’amore a prima vista? Corey/Kori Ellis non ci crede. Tutti i suoi amici si sono ormai felicemente accasati, ma lǝi ha altro a cui pensare. L’amore può attendere, quello che conta al momento è riuscire a sopravvivere allo stage che anticipa la sua laurea. Ma allora perché non riesce a togliersi il suo ex-professore Jeremy Olsen dalla testa? E se la sua non fosse solo ammirazione nei
confronti di una mente brillante e appassionata?
Qualunque sia il motivo di quella specie di infatuazione, tuttavia, non c’è niente che Corey/Kori possa fare se non rassegnarsi. Peccato che lo stage di cui sopra lǝ vedrà lavorare alla Phoenix House, un centro giovanile LGBTQI che ha da poco assunto un nuovo direttore; e siccome la vita a volte si diverte a farci lo sgambetto, il caso vuole che detto nuovo direttore altri non sia che un ben
noto ex-professore.
Dispostǝ a fare di tutto pur di riuscire a mantenere i rapporti tra loro su un piano strettamente professionale, Corey/Kori commette un errore madornale: chiede aiuto agli amici Sanford Stewart e Paul Auster, che però tendono, come al solito, a fare un po’ di testa loro.
Ambientato durante l’estate del 2016, Dimmi per chз combattiamo è una celebrazione della vita queer e di chi decide di restare fedele a se stessǝ. A qualunque costo.

 

Hi lettrici e lettori Sale e Pepe, 

Siamo sfortutamente giunti a parlare del quarto e ultimo volume della serie “At first sight (a prima vista)” di Tj Klune, mi riferisco al romanzo dedicato a Corey/Kory, ovvero “Dimmi per ch3 combattiamo”

 

Dire che questo è un semplice libro d’amore sarebbe assolutamente riduttivo, perché è molto, ma molto di più, così come tutta la serie, in realtà, anche se questo libro in particolare mi è sembrato una celebrazione dell’essere queer a tutto tondo. Per questo, pur essendo il libro di Corey/Kory non è solo lui/lei ad essere al centro, ma anche la comunità in generale. 

 

 

Klune, già nei precedenti libri, ci aveva parlato di Corey/Kory e della sua fluidità di genere, del suo essere bigender per la precisione, era riuscito a farlo con una naturalezza estrema e allo stesso tempo forse “irrealistica” (almeno per ciò che vediamo tutti i giorni), che però è stata bellissima da leggere e ancora meglio da approfondire in questo volume, sia grazie a Corey/Kory che ad alcuni personaggi secondari che incontriamo, grazie ai quali vediamo un po’ come queste persone si rapportano col mondo e anche con se stess3. 

 

“In quel modo anche il mio riflesso appariva crepato. Solo un po’ sul naso, eppure mi ci riconoscevo più di quanto non avessi fatto prima. Crepa, però, era una parola fuorviante. Significava rottura, mentre io ero integro. C’erano due parti differenti di me, ed ero rimasto a lungo a fissarmi. Non si era verificata nessuna epifania, né avevo detto niente mentre osservavo il mio riflesso e pensavo: sì, sì, ha un senso.”

 

Per quanto riguarda la parte puramente romance, ho trovato la storia con Jeremy delicata e dolcissima – così com’è anche il personaggio di Jeremy stesso – uno sviluppo lento ma intenso e rocambolesco, un classico slow burn alla Klune insomma. 

Però la relazione in sé non è l’elemento fondamentale della storia, anzi, spesso è semplicemente quello intorno al quale ruotano tutti gli altri e, se consideriamo che tra questi altri troviamo una Drag Queen scatenata, il suo palestrato fidanzato homo pomp e un’altra coppia di adorabili e dolcissimi pazzi come Paul e Vince, accompagnati da una famiglia altrettanta pazza, non posso che dire di aver semplicemente amato immergermi in  questo “calderone” di follia. 

 

Non c’è solo follia però, anzi, credo che Klune abbia saputo mixare momenti più seri a quelli più divertenti e leggeri, lasciando sempre il giusto spazio ai sentimenti di Corey/Kory e non solo quelli rivolti verso Jeremy, ma anche verso se stessǝ, il suo presente e il suo futuro. 

 

“Avevo i miei migliori amici. Avevo la mia famiglia. Avevo l’amore della mia vita. Mi ero battutǝ per ottenerlo. Ogni pezzo. Ogni parte. Immaginavo che lǝ me diciassettenne sarebbe statǝ orgogliosǝ della persona che ero diventatǝ.”

 

Ormai credo di aver detto qualsiasi meraviglia su questa serie e non voglio assolutamente stare ancora qui a tediarvi, mi permetto solo di aggiungere che questa serie è davvero come un grande ed enorme messaggio di AMORE, verso se stess3 e verso gli altri. Tra queste pagine troverete un inno all’orgoglio e alla vita, un canto per questo sentimento bellissimo che è l’amore, che merita di essere celebrato in tutte le sue forme e, per questo, credo con tutto il cuore che vada letta.

 

Per me è stato un viaggio bellissimo e sono fiera di aver fatto parte, anche se solo metaforicamente, della pazza famiglia  Auster.

Sono molto dispiaciuta di dire addio a questa splendida combriccola, mi mancheranno tantissimo perché mi ci ero davvero affezionata e sono sicura che quando vorrò una coccola tornerò tra queste pagine e la troverò, cosi come accade quando si torna a casa (o dove si è stati bene).

Ps.: Vince, mio dolcissimo Vince, tu, con la tua purezza e innocenza, mi mancherai più di tutti. Te se ama!!!

Pps.: Grazie Triskell <3

firma Claudia

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