Recensione di “Amore in opposizione” di Charlie Cochet

 

 

 

 

 

Lo stagista americano Kelly Sutton è entusiasta di essere stato accolto alla prestigiosa Photonic Royal Society di New London. Da più di un anno collabora al progetto Marte, una missione così segreta che nemmeno lui ne conosce i dettagli. L’unica cosa di cui è certo è che i suoi studi contribuiranno ad aiutare l’umanità, e questo gli basta.

L’ordinato mondo di Kelly finisce sottosopra quando le preoccupazioni per lo strano comportamento del suo mentore lo portano a indagare e scoprire una crudele verità. Quello che doveva essere un progetto volto a migliorare la vita umana si rivela una ricerca che potrebbe portare alla distruzione di massa. La terrificante scoperta obbliga Kelly a scegliere tra guardare dall’altra parte per mantenere il suo incarico, come ha sempre fatto, o rischiare la carriera e forse persino la vita per fare la cosa giusta e salvare l’uomo che ha conquistato il suo cuore.

 

Quando ho iniziato a leggere questo romanzo della Cochet, creatrice della serie Thirds, mi aspettavo una storia bella e scritta bene, e invece un pochino mi ha delusa.

Intanto la vicenda è concentrata in 66 pagine, e per gli argomenti trattati sono proprio poche e per questo i temi toccati non vengono bene approfonditi.

Siamo in una Londra del futuro con tante tecnologie nuove e accattivanti, con una macchina artificiale che ha un sacco di caratteristiche, che magari vorresti conoscere o capire un pochino di più, però ti trovi già al centro della storia, e sono passati mesi così… e tu non sai nulla di cosa è successo, non ci sono dettagli. In alcuni momenti stai con il fiato sospeso e pensi: “Ecco, adesso sì che la situazione si fa interessante”. Invece in poche righe finisce tutto.

Certo, una volta che incominci a leggerlo vuoi capire come andrà a finire, perché il suo modo intrigante di scrivere c’è sempre… ma in un’ora si conclude tutto, troppo velocemente, per chi è abituato ai suoi libri che richiedono ore di lettura.

È un pochino deludente, anche se questo non vuol dire che il libro non meriti di essere letto. Solo che è corto e non abbastanza approfondito, ed è un peccato perché secondo me la storia meritava molto di più visto che i presupposti per un’altra bella serie potevano esserci.

 

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