Recensione “Delitto sulla montagna” di Jamie Fessenden

 

 

 

Jesse Morales si è appena laureato e aspira a diventare uno scrittore di gialli. Quando si offre volontario per prestare servizio una settimana sulla vetta del monte Washington, sa già che dovrà lavorare duro. Quello che non sa è che in mezzo alla nebbia troverà un cadavere, disteso tra le rocce, ucciso con un colpo alla testa. La vittima si rivela essere un giovane turista di nome Stuart Warren, allontanatosi poche ore prima dagli amici con cui stava visitando la montagna.

Kyle Dubois, un ispettore di polizia vedovo già da qualche anno, è costretto ad accorrere sulla scena del crimine in piena notte. Kyle e Jesse sono immediatamente attratti l’uno dall’altro, anche se per l’ispettore è difficile prendere sul serio quel pivello fissato con i romanzi polizieschi. Ma Jesse trova un modo per rendersi indispensabile a Kyle, prendendo una stanza presso l’hotel dove alloggiano i parenti e gli amici della vittima e introducendosi nella loro cerchia. Quello che scoprirà potrebbe portarlo a risolvere il caso… o a farsi ammazzare.

Questo è un romanzo giallo-romance m/m ben bilanciato. I due generi si tengono a braccetto e camminano di pari passo.

Vorrei parlare dei due generi separatamente, iniziando dal giallo. Ho molto apprezzato la costruzione del romanzo e la sua struttura. Mi è piaciuto il modo in cui l’autore è riuscito a giostrare i vari personaggi e le loro vicende, scoprendo le carte molto molto piano. Perfetta, secondo me, la caratterizzazione dei personaggi, ciascuno dei quali rende il romanzo più ricco e veritiero.

Parlando, invece, del romance, la prima cosa che voglio dire è quanto mi abbia dato fastidio l’esagerazione con cui si è ripetuta la differenza di età di SOLI 7 anni tra i due protagonisti. L’autore da’ la sensazione che Kyle sia molto più vecchio dei suoi 30 anni, le sue fisime sull’età di Jesse e su quanto gli pesasse essere tanto più vecchio – e non grande, vecchio! – hanno reso pesante questa parte. Posso capire che 7 anni per qualcuno possano essere tanti, ma non esageriamo! Si arriva a chiamare Jessy “ragazzo”, appellativo che immagino di leggere quando è un anziano a parlare.

Detto questo, posso ritenermi soddisfatta della lettura e della loro storia d’amore. Ma posso confermare, senza ombra di dubbio, di aver preferito la parte del genere giallo.

firma Claudia

ELEONORA

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