Recensione “DANNATAMENTE RIBELLE” di ANNA J.SCOTT

 

Contesa tra due uomini. E non due uomini qualsiasi. Il primo è un pericoloso boss di Chicago, il secondo è un agente dell’FBI. E nel mezzo, destinata a vivere costantemente nel purgatorio, esattamente tra inferno e paradiso… beh, ci sono io.
Considerata da sempre una macchina per il sesso e apprezzata solo per il mio involucro. Il mio corpo. La mia più grande maledizione.
Eppure, da quando Daniel, un agente sexy e al contempo tentatore, è entrato a far parte in modo tanto prepotente quanto pericoloso nella mia vita, ho scoperto che questo involucro non è vuoto, bensì capace di provare altre emozioni viscerali oltre alla paura.
Perfino sentimenti.
Ma devo fare delle scelte. E se voglio un pezzo di paradiso, prima sono costretta a bruciare un po’ all’inferno.
Quando scoprirò, però, che odio e amore fanno parte della stessa fottutissima medaglia… forse per il mio cuore sarà troppo tardi.

 

Sono abbastanza perplessa a proposito di questo romanzo, non credo mi sia piaciuto come mi sarei aspettata dalle prime pagine.

Abbiamo sulla scacchiera l’agente FBI Daniel (il cui nome nel corso della narrazione diventa senza alcuna motivazione Dylan), uomo affascinante ma introverso e ostinato, che per tenersi il posto di lavoro deve cercare di arrestare Victor, il pericoloso boss di Chicago implicato in giri di prostituzione e armi.

Per saperne di più sul boss e le sue abitudini rapisce Abby, la sua protetta, che soffre della sindrome di Stoccolma convinta che il suo pappone sia il suo salvatore. Dopo esser stata cacciata da casa in giovane età, infatti, Abby è stata accolta da Victor che le ha offerto una casa in cui vivere e agiatezza, in cambio di una, seppur discutibile, occupazione.

Abby è diversa dalle altre squillo: oltre ad essere incantevole è anche brillante e riesce ad avere un’intesa particolare con Victor, che la considera il suo braccio destro. Nonostante questo, continua il suo lavoro da escort anestetizzando la sua esistenza nella gabbia dorata dietro ad una apparente serenità. Durante i giorni di prigionia Abby apre miracolosamente gli occhi sulla sua condizione e cambia l’oggetto della sua sindrome innamorandosi di Daniel/Dylan che, contrariamente ai suoi principi, ricambia.

Il resto del romanzo è centrato sul piano, mai esposto nei dettagli per la verità, di lasciare Abby come talpa all’interno dell’organizzazione per poter catturare Victor.

Non fosse per questi cambi di nomi, refusi come piovesse e congiuntivi alla deriva, potrebbe essere una buona bozza per un bel mafia romance, ma di certo non il prodotto finale da dare in pasto ai lettori!
Sarebbe da mettere in mano ad un buon editor per farlo ripulire e dare consigli all’autore su come svilupparlo; le tempistiche del cambio di rotta di Abby sono improbabili, così come questo innamoramento di Daniel/Dylan che da essere un uomo tutto di un pezzo si trasforma da un giorno all’altro in un budino.

Anche la parte finale è frettolosa, ingarbugliata e troncata: ci starebbe bene un epilogo.

Spero venga rivisto perché così proprio non ci siamo.

 

 

Anna

firma Claudia

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