Recensione “Come un faro nella notte” di Maria Katja Raganato

 

 

 

Un’antica casa nel centro storico di Gallipoli, nelle cui viuzze si respira l’odore frizzante della salsedine, che si mescola agli intensi aromi della cucina tipica salentina, fa da palcoscenico a diversi personaggi. Una giovane che, giunta alla soglia del suo trentacinquesimo anno di età, decide di dare una svolta ad un’esistenza piatta, lasciando un lavoro che non la gratifica e trasferendosi in un’altra città. Un artista di strada claudicante e bellissimo, tanto da sembrare un angelo appena caduto dal cielo, con un passato ingombrante da dimenticare, che dopo un lungo girovagare per l’Italia, ha fatto di un faro abbandonato il proprio rifugio. Il rampollo di un’importante famiglia di produttori di vini, dotato di grande fascino e idolatrato dalle donne. Un misterioso vecchio, venuto dal Nord, alla ricerca delle proprie radici e di una ragione per vivere. E poi un pasticcere imbranato, una ragazza impacciata in conflitto con la propria immagine, due anziani coniugi, custodi di una dimora storica e del suo lussureggiante giardino pensile e un vetusto rigattiere, depositario di un’arte ormai perduta: la capacità di riparare vecchi oggetti, rimettendoli a nuovo…

Cari amici di Sale&Pepe, I’m back con un breve romanzo scritto da una mia corregionale. Da amante del mare (ovviamente è così) e da anima romantica, sotto la scorza da dura, dovete sapere che il mio sogno irrealizzabile è abitare in un faro oppure passarci dei giorni di ferie. Quindi questo titolo doveva essere mio.

La storia parte in provincia di Lecce, dove una giovane avvocatessa decide, di punto in bianco, di voler dare una svolta alla propria piatta esistenza. Cosa fa? Decide di andare a vivere a casa della prozia, eredità paterna, e renderla a tutti gli effetti un B&B.

Momento marchetta: la Puglia ormai è zeppa di questo tipo di alloggi visto che il nostro mare è ribattezzato I Caraibi d’Italia.

Annalena decide, così, che questa sarà la sua nuova vita e parte all’avventura piena di entusiasmo. L’incontro coi custodi della villa sarà il preludio per la formazione di una nuova “famiglia” per lei, finché anche la sua famiglia d’origine non deciderà di seguirla in questa nuova fase della sua vita. Non mancherà Cupido nel fare la sua parte e tutto si chiuderà con la rivelazione di un segreto di famiglia, tanto Negramaro nei calici e pizzica salentina di sottofondo.

Mi è piaciuto? NO. Spiace dirlo ma in molti, anzi troppi punti ho trovato tutto di un piattume estenuante. La protagonista straparla. Letteralmente. A chiunque incroci il suo cammino inizia a raccontare di quanto si sentisse frustrata col precedente lavoro, di come abbia deciso di tirar su un B&B, di quante difficoltà ci siano nella realizzazione di questo sogno, di quanto sia disposta però a non cedere perché ci vogliono i sacrifici e blablabla. Scusate ma per me è no. I personaggi di contorno potrebbero essere più decenti. Se anche loro non fossero pervasi da questa febbre da B&B che li porta a voler collaborare subito all’istante, signorsì, con questa ragazza caduta da chissà dove. La parte amorosa è resa un attimo meglio. Ma anche qui cadiamo nella banalità di uno pseudo triangolo amoroso dove abbiamo da un lato il ricco playboy, dall’altra l’artista maledetto con un passato glorioso e difficile da dimenticare. L’idea generale che mi son fatta di questo breve romanzo è che l’autrice abbia ideato una storia un po’ così, unicamente per “sponsorizzare” – passatemi il termine – la nostra Puglia, il nostro mare, i piatti tipici e tutta la joie de vivre di noi pugliesi. Vieni a ballare in Puglia quindi. Covid permettendo.

firma Claudia

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