Recensione “C’è chi dice amore” di Jessica Sorensen (Stelle Cadenti Series vol. 2)

tramaNova Reed non può dimenticare Quinton Carter, il ragazzo dagli occhi color miele che le ha fatto capire che deve aspirare a qualcosa di più della sua vuota vita. Il dolore che lui prova è così simile al suo, ma mentre Nova è riuscita a venire a patti con il passato, Quinton è da qualche parte, là fuori, e sta sprofondando. Ma la ragazza è determinata a trovarlo per cercare di aiutarlo prima che sia troppo tardi. Nova è stata al centro dei suoi sogni per quasi un anno, ma Quinton non ha mai pensato che una ragazza dolce e gentile come lei potesse davvero decidere di prendersi cura di uno come lui. È convinto di dover pagare per quello che ha fatto in passato e di meritarsi una vita buia ed estrema, dove non ci può essere posto per Nova. Ma lei lo ha seguito a Las Vegas, e sarà difficilissimo convincerla a stargli lontana, perché Nova si è messa in mente di volerlo salvare e non ha alcuna intenzione di andarsene…

recensione

Cosa può salvare qualcuno che non vuole essere salvato?
“C’è chi dice amore” è il secondo volume della serie “Stelle Cadenti” di Jessica Sorensen, portata in Italia da Newton Compton, e se con il primo (“L’amore verrà”) il mio cuore era stato catturato da questa serie, con questo secondo romanzo è ormai imprigionato, fedele per sempre a due protagonisti che mi hanno strappato lacrime, regalato speranza, coinvolta per poi stravolgermi come di rado riesce a fare la “semplice” lettura di un libro. Titolo originale “Saving Quinton”, ed è proprio su questo che si sviluppa tutta la trama, sul tentativo di salvare Quinton da un destino che sembra ormai segnato. Alla fine del primo volume abbiamo lasciato Nova, ripulita dalla dipendenza che durante un’estate pregna di decisioni sbagliate le aveva annebbiato la mente, pronta a tornare a casa dopo nove mesi di college e affrontare di nuovo le vacanze estive. In tutto quel periodo di tempo lei e Quinton hanno perso ogni contatto e Nova sembrava ormai sapere cosa desiderava: felicità, speranza, una vita. Ma per l’ultimo esame vuole usare il video fatto a Quinton l’estate precedente, un video in cui lui esprimeva con spontaneità il dolore che lo attanagliava, senza spiegarlo davvero. Così lo cerca, scopre che non abita più nella vecchia casa, e alla fine riesce a parlare al telefono con Delilah, un’amica comune. Attraverso le parole di lei comprende che Quinton ormai è entrato in un tunnel fatto di devastazione e sporcizia, di cristalli di metamfetamina e sballo, e quando Nova se ne rende conto decide di cercare il suo nuovo indirizzo con la seria intenzione di aiutare Quinton a riemergere, a tornare a scegliere la vita, sperando non sia già troppo tardi. Parte da qui “C’è chi dice amore”, ed è un vero e proprio viaggio, non solo in senso letterale. Nel momento in cui Nova finalmente scopre dove abita Quinton, non esita a partire per Las Vegas, in macchina e in compagnia della nuova amica Lea, ma questo romanzo è soprattutto un viaggio nella mente di Nova e in quella di Quinton, un viaggio a tratti angosciante, a tratti dolce come lo zucchero, e che si sviluppa con l’avanzare della lettura. Ancora una volta tutto è raccontato dal doppio punto di vista e capitoli alternati, e questo ci permette di entrare a fondo nei pensieri di entrambi.

“Per tutti quelli che hanno lottato e sono sopravvissuti”

Questa è la dedica della Sorensen ai suoi lettori, ed è parecchio azzeccata, perché sulla lotta e sulla sopravvivenza si basa “C’è chi dice amore”. Nova lotta per salvare Quinton, mentre Quinton lotta per allontanare Nova da un mondo marcio che non le appartiene, in cui lei ha fatto una breve apparizione quando si sono conosciuti. Nova in un certo senso è una sopravvissuta, Quinton sembra cercare tutto tranne la sopravvivenza.

QUINTON
Mi sveglio ogni mattina soddisfatto di annegare nell’oscurità. Soddisfazione beata, inebetita, senza preoccupazioni né l’assillo del mio passato andato a puttane, perché non sento niente. Almeno dopo la prima dose. Una volta su per il naso, quei cristalli bianchi agrodolci, tanto meravigliosi quanto tossici, bruceranno il fondo del palato insieme a tutte le emozioni. Allora starò bene per giorni. Il senso di colpa che mi porto dentro muore per un po’ e lentamente muoio anch’io. Sono felice, perché voglio morire. E mi sto sforzando di arrivarci, una striscia di stordimento dopo l’altra.

NOVA
«Conosco un posto in cui possiamo andare», dice Quinton con un’espressione pensosa, gli occhi color miele illuminatisi per un attimo. «Ma devi fidarti di me».
Ci metto un attimo a rispondere, perché anche se voglio fidarmi di lui non sono sicura di poterlo fare.
«Ok, ma dov’è?»
«È una sorpresa». Mi fa un sorriso, ma è difficile vederlo perché non penso sia reale, piuttosto creato dalla droga. Eppure sto al gioco, perché non posso fare altro. Fingere che sia vero. Fingere che mi stia bene tutto.
«Ok, ma dovrai darmi indicazioni».
Mi fa cenno di andare avanti. «Parti e ti guido io». Fa l’occhiolino. «Rilassati, puoi fidarti di me, Nova».

Tutto ciò che Nova fa ha un solo obiettivo: portare via Quinton da un’esistenza malata, fatta di rimorsi e sensi di colpa, di desiderio di morte e di spaccio. Quinton è fermamente convinto di non meritare Nova, non si lascia impressionare dal fatto che lei abbia attraversato il paese per cercarlo, per rivederlo, per portarlo indietro. Lui ormai ha una nuova compagna, la droga, una compagna meschina, subdola, tentatrice, e nonostante i momenti passati con Nova siano l’unico spiraglio di luce in un susseguirsi di tenebre, il richiamo dei cristalli tossici sembra essere sempre più forte. Quinton crede di non poter essere salvato, perché non merita la salvezza, e vuole che Nova si allontani da lui, da quel mondo sudicio e malato, dai pericoli che accompagnano le sue giornate. Ma allo stesso tempo non ha il coraggio di allontanarla davvero, non riesce a buttarla via, come ha fatto con tutto il resto della sua vita.

QUINTON
«Ti dimostrerò come divertirti anche senza essere sballato», dice, con naturalezza mentre mi porge la mano affinché io l’afferri.
«Sai che in questo momento sono fatto, vero?». Odio dirlo, ma è la verità e non mi piace mentirle.
«Lo so, ma magari potresti provare a non prendere altro mentre siamo fuori».
Vedo l’ansia nel suo sguardo, il timore di un rifiuto. Me la immagino piangere in macchina e, dato che non voglio più esserne la causa, le prendo la mano.
«Farò del mio meglio, ma non ti prometto niente», le rispondo chiaro e tondo, non per ferirla; solo che deve sapere in che stato sono. Il fatto che, malgrado stia cercando di cambiare, non ho intenzione di smettere. Che sto solo smorzando i toni quando lei viene a trovarmi. Che se fossi sobrio, probabilmente non me ne andrei mai in giro con lei, perché i ricordi mi soffocherebbero del tutto. Che avvertirei ogni tormento emotivo, sentirei cosa significhi vivere, respirare, far battere il mio cuore proprio come accadrebbe a un cuore normale. Lasciare andare i ricordi e scegliere la vita.

NOVA
Lo stringo forte, ondeggiando sulla musica. Chiudo gli occhi e sento ogni dettaglio di questo momento, il calore nell’aria, il tepore del suo corpo, il modo in cui il mio sembra armonizzarsi al suo. Nessun rimpianto. Questo è un momento che non rimpiangerò mai. Non mi importa se siamo nel parcheggio di una schifosa stazione di servizio e tutti e due odoriamo di sigaretta. Lo voglio. Voglio questo. Voglio lui. Adesso. So che non è affatto il momento giusto, che ci sono troppe cose sbagliate, nascoste sotto la superficie, ma ho bisogno di toccarlo un po’ di più. Quindi senza aprire gli occhi baciandolo risalgo il suo collo e il profilo ruvido, e trovo le labbra. Non so cosa mi aspetti che faccia, ma lui apre la bocca e ricambia il bacio in profondità, con passione e calore. Riesce a tenerci in movimento e nello stesso tempo premere i nostri corpi insieme finché non siamo quasi una persona sola.
Sento tutto di lui. Il suo calore. Il suo respiro. I piccoli affanni ogni volta che le nostre labbra si separano a malapena. E con gli occhi chiusi posso fingere di essere con il vecchio Quinton, quello che sto cercando di salvare.

Le cicatrici di entrambi sono ancora lì, pronte a far riemergere un passato oscuro, fatto di perdite e di dolore. Anche il loro amore è ancora lì, ma è coperto da un pesante strato d’incertezza, nascosto soprattutto sotto la dipendenza dalla droga di Quinton. Nova riesce però a ritagliare dei momenti tutti per loro, dei momenti in cui a volte ricompare il “vecchio Quinton” e in cui sembra possibile rimettere assieme i pezzi e provare ad andare avanti.
Proprio quando si avvicinano tanto che quasi si intravede uno spiraglio, ecco che viene presentato loro il conto della vita malsana di Quinton. A quel punto per lui non ci sono più dubbi, nessun tentennamento, non importa quanto quel che resta del suo cuore ne possa uscire straziato. Lui non può essere salvato, e Nova deve andarsene.
Il finale di questo libro è fatto di luce e ombra e quando arrivi all’ultima pagina hai il cuore che ti batte forte contro la cassa toracica, gli occhi lucidi e il desiderio potente di avere il seguito, perché Nova e Quinton sono una di quelle coppie letterarie che ti entra dritta nel sangue, e tu ami e soffri con loro, per loro.

Sensualità:

cuori2

Recensione:

FirmaShi

Editing:

mandy

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