Recensione “Calipso” di Cristian Martinelli

 

Kyle Sullivan deve lasciarsi alle spalle un terribile passato. Fuggire da una città che a ogni risveglio alimenta il suo malessere, e da una depressione che rischia d’inghiottirlo, è l’unica soluzione per provare a sopravvivere. La tranquillità e la bellezza delle colline toscane, unite alla dolcezza dell’anziana signora Dora, lo illudono che nella vita è possibile rialzarsi anche dopo una rovinosa caduta. Ben presto le tenebre che attanagliano il suo destino verranno a cercarlo. I legami del passato e un’agghiacciante serie di omicidi lo riporteranno nell’incubo.

 

“Quando guardi a lungo dentro l’abisso, l’abisso ti guarda dentro.”

È possibile rialzarsi dopo aver toccato il fondo?

Il passato incombe prepotente e, quando tutto sembra dimenticato, ecco che le ferite e i personaggi di quel passato oscuro ti attirano come calamite per farti ritornare nel buio.

“Devo marcire in prigione. Un ergastolo per ogni capo di accusa: duecentosessantacinque anni… Il carcere normalizza la follia. Assassini, pedofili, spacciatori: tutti uguali. Qui ognuno marcisce da solo.”

La chiamano la mantide e con lei i segreti andranno nell’oltretomba.

Morti con un messaggio in codice riportato sulle palpebre “Guarda e Calipso”, il mistero si infittisce.

“Giulia, in trent’anni di carriera ho avuto a che fare con criminali di ogni tipo. Se c’è una cosa che ho imparato che dietro al mostro c’è sempre un essere umano.”

Megan e Giulia a confronto, carnefice e vittima, la verità verrà svelata?

Ho guardato l’assassino con occhi diversi, ho sperato nella redenzione e il finale mi ha lasciata esterrefatta.

Lo consiglio.

 

 

firma Claudia

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