Recensione “Baci come ciliegie” di Lucia Sarti

 

 

 

Baci come ciliegie è un’intensa storia di passione e desiderio, vissuta in un saliscendi di emozioni. È la storia di un amore impossibile, di due caratteri inconciliabili che si attraggono e si respingono al tempo stesso, in un continuo ripetersi di accuse e lacrime, grida e baci. Baci forti e travolgenti, finiti e infiniti. Baci che spalancano l’orizzonte su un desiderio smisurato, su una passione che vibra nei cuori di due esseri umani pronti ad amarsi senza tuttavia riuscirci. Ma non si danno per vinti: ritentano e falliscono. Ricominciano ancora e ancora, per poi finire di nuovo lontani. Sentono di non poter vivere insieme, ma sono incapaci di lasciarsi. In queste pagine vibra la storia di un amore impossibile che non può smettere di amare.

Non so da dove iniziare… Sono rare le volte che mi capita una cosa del genere, ma sono veramente senza parole e non in senso positivo.

Mi è stato chiesto di leggere questo libro per avere un parere, un’opinione da parte mia per vedere se coincidesse con l’idea che si era fatta la persona che l’ha letto prima di me.

Ho accettato, considerando che sono solo 78 pagine, ho accettato di leggerlo.

Sin da subito sono stata molto perplessa, il libro è scritto in prima persona, e a me purtroppo non fa impazzire, ma se ci mettiamo anche il fatto che è privo di ogni tipo di emozione, allora il risultato è un disastro completo.

Non ci sono errori evidenti, ma secondo il mio umile parere, se decidi di scrivere in prima persona, devono esserci talmente tante emozioni da farti sanguinare il cuore, altrimenti il risultato è quello di leggere “una lista della spesa”.

Ho fatto questo, ho detto quello e mi ha risposto quell’altro…

Ciò che più mi ha lasciato basita però è la storia. Una storia fatta di un amore “malato”. Un tira e molla di diversi anni che non è amore, ma ossessione o forse voglia di non rimanere soli, non so cosa sia, ma sicuramente non è amore. Perché l’amore è anche riuscire a chiudere, per il bene proprio e dell’altra persona.

Altra cosa che mi ha “ferito” è il sapere che in questa relazione c’è di mezzo una bambina, la figlia del protagonista maschile per esattezza, che si trova in mezzo a questo prendi e molla e che, soprattutto, sembra essere un peso per la protagonista femminile.

Durante la lettura viene fuori la gelosia, la gelosia che solo una donna egoista può provare per la figlia del proprio compagno, per il tempo che il papà dedica alla bambina.

Non è questo il messaggio che un autore deve far passare. È sbagliato, perché dal momento che inizi una relazione con una persona che ha già dei figli, i suddetti figli dovrebbero essere al primo posto e accettati senza riserva alcuna.

Detto questo, ho sperato nel finale, ho cercato di aggrapparmi alle ultime pagine per capire dove l’autore volesse arrivare, mi dispiace dirlo, ma o non ho compreso il risvolto psicologico della storia o non ho proprio capito ciò che l’autrice voleva trasmettere.

Per me è no!

firma Claudia

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