RECENSIONE “AMORE INFEDELE” DI ANNA J. SCOTT

 

 

 

 

Fil gestisce un locale di successo a Milano. È fidanzato da anni con Miriam, una ragazza dolce e delicata con cui trascorre una routine tranquilla quanto abitudinaria. Cerca di allontanarsi in tutti i modi dalla sua vecchia vita e dai suoi vizi, uno di questi porta il nome di Erica. La bellissima cameriera che, oltre a lavorare per lui, è stata anche fra le migliori amiche di Miriam. Erica è diversa, sensuale ed è penetrata pian piano nella sua mente fin quasi a logorarla. Fil non riesce a smettere di pensare a lei, ormai è un’ossessione, soprattutto da quando i due hanno ceduto al richiamo incessante di un amore infedele e sbagliato. Ma la forte gelosia di Fil nei confronti dell’apprezzatissima e ormai fidanzata Erica, porterà presto a far crollare la sua maschera di ragazzo perfetto che si era lentamente riuscito a costruire.

L’amore solitamente ha l’obiettivo di unire due cuori, ma quello tra Fil ed Erica si è insinuato a forza tra le crepe di un sentimento già a pezzi.

Riusciranno a incastrarsi o rimarranno per sempre pezzi di due puzzle completamente diversi? Cosa accadrà quando Erica deciderà di rivelare una verità fin troppo scottante?

Gli elementi che ho gradito di questo romanzo sono il fatto che sia stato scritto grammaticalmente corretto e che si sia usato un lessico abbastanza ricercato, nonostante l’autrice abbia voluto introdurre terminologia scurrile che va totalmente a cozzare con lo stile principale.

È sempre bello leggere vocaboli non banali e periodi costruiti in modo elaborato ma, purtroppo, per mia opinione, gli aspetti positivi finiscono qui.

La trama è completamente insulsa, priva di spessore e non mi ha coinvolta empaticamente. I personaggi, soprattutto il protagonista Filiberto, sono uno più antipatico dell’altro; l’autrice si sofferma poi esageratamente su ogni scena, sfinendo il lettore e annoiandolo mortalmente.
La caratterizzazione di Filiberto è stata fatta in modo esaustivo, la storia è raccontata in prima persona, anche se la personalità un po’ borderline non ha accolto il mio consenso: un uomo che si riempie di alcool e sigarette, che tiene il piede in due scarpe facendo soffrire la storica fidanzata a causa della sua passione per una dipendente procace e sensuale. Rissoso e poco incline a capire cosa vuole nella vita, viene tenuto a bada dall’amico Gabriele, forse l’unico vagamente sano. Noto che spesso, quando una donna scrive mettendosi nei panni di un uomo, tende a mascolinizzare eccessivamente i tratti caratteriali, forse per renderli più veritieri, ma il risultato impoverisce e rende fin troppo finto il personaggio. I personaggi femminili sono descritti in modo superficiale e vengono posti come mero oggetto del desiderio del protagonista.

La trama non scorre, è impallata su discussioni e conversazioni che paiono sabbie mobili, anche le scene di sesso non sono nulla di che.

Mi dispiace dare un giudizio così negativo su un romanzo, soprattutto quando l’autore è talentuoso, ma mi urta ulteriormente il fatto che tale qualità sia stata sprecata dietro ad una trama inutile.

firma Anna

firma Claudia

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