Recensione “A Fuego Lento” di AD Viga

 

 

 

Raul e Victoria sono una bellissima coppia dalla vita apparentemente perfetta.
Ma quando la porta di casa si chiude, Raul non è più il marito premuroso che si mostra in pubblico, ma diventa dispotico manipolatore e subdolo.
Dopo la scoperta dell’ennesimo tradimento, Victoria decide di fuggire per ricominciare a vivere, ed è proprio a New York che incontra un artista più giovane di lei, che l’aiuterà a rinascere e a spezzare le catene che le avevano impedito di realizzare i propri sogni.
Dal passato però, qualcuno tornerà a bussare alla sua porta e la indurrà a riflettere su cosa vuole davvero dalla vita.
Cosa deciderà Victoria, ripartire da dove aveva lasciato o proseguire la sua nuova esistenza senza mai più voltarsi indietro?

In questo momento mi trovo estremamente in difficoltà. Non è mai facile dover scrivere una recensione su qualcosa che non hai apprezzato e, questo, purtroppo, è il mio caso.

Mi ero fatta incuriosire dalla trama, perché, a me, queste cose travagliate di amori finiti, nuove storie e ritorni di fiamma piacciono parecchio e quindi mi sono buttata, anche se non conoscevo minimamente le opere pubblicate dall’autrice.

Inizio subito con il dirvi che non sto a sindacare sulla trama, perché quella è una cosa personale, può piacere o non piacere, e quindi molto molto difficile e ingiusto giudicare, posso però dirvi cosa effettivamente non mi è andato a genio.

Sin dall’inizio ho avuto la sensazione che l’autrice andasse di fretta, non si sofferma mai sugli argomenti trattati, come se dovesse mettere dentro al libro tante informazioni e avere uno spazio limitato su cui metterle. Vi faccio un esempio, nei primi capitoli si parla della malattia della protagonista, una cosa importante, molto importante e l’autrice le regala qualche pagina raccontando in poche righe cosa succede e tutto il percorso di guarigione sia fisico che psicologico, cosa che invece avrebbe, secondo me, dovuto avere molto più risalto, proprio per la caratterizzazione stessa dei personaggi.

Passiamo poi ai dialoghi tra i vari personaggi… Sterili è la parola che mi viene in mente, mancano di empatia, mancano di emozioni.

Forse queste sono le cose che principalmente mi hanno fatto non apprezzare il libro.

La mancanza di emozioni. Una storia del genere avrebbe dovuto far attorcigliare le budella, ma purtroppo mi è risultata come una lista infinita di azioni che si accavallano l’una sull’altra.

Il libro ruota attorno al rapporto tra Victoria e Raoul, un tira e molla che dura oltre 20 anni e che sembra non avere fine, una serie di tradimenti e un percorso di guarigione dall’eccessivo ego di Raoul che, purtroppo, non sembra aver guarito in pieno l’uomo in questione.

Non so, se fossi al posto dell’autrice, molto probabilmente rivedrei le dinamiche, perché la trama c’è e potrebbe essere veramente un bel libro.

 

firma Claudia

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