Recensione “23 Ottobre 1956” di JD Hurt

 

 

Non so nulla del mio passato; i ricordi si fermano a cinque anni fa.

Ho un cuore vuoto che non si affeziona e una mente piena che non riesce a soffermarsi su nessun pensiero.

Eppure dovrei essere felice, quantomeno orgogliosa. Ho un marito; abito nel paese dell’uguaglianza: la Russia.

Mi chiamo Zoya Kostova; sono unagente del KGB. E sto per riprendermi la memoria perduta a Budapest. Tutti ricorderanno questa data: 23 ottobre 1956. Il mio mese rosso sta per iniziare.

La cerco da più di dieci anni; ho girovagato per le strade del mondo e gettato il cuore negli angoli del pianeta per trovarla.

Adesso ho fatto il salto più rischioso.

Sono rimbalzato oltre la cortina di ferro.

Attraverserò l’Ungheria, poi andrò in Russia. Lei si trova in quel paese oscuro.

Mia sorella; la donna che ho rovinato.

Ariel Segre.

Nessuno dovrà dimenticare questa data: 23 ottobre 1956. E’ il giorno in cui la mia epifania sta per cominciare.

Ariel e Falko, quando l’amore sconfigge la morale.

Nota dell’autrice: “23 Ottobre 1956” è un historical – taboo suspense – spy romance autoconclusivo, nonché secondo volume della Damned Soldiers Series. Pur non essendo un dark romance, per via degli argomenti trattati e le scene sessualmente esplicite contenute nella trama, è destinato a un pubblico adulto. Può essere letto indipendentemente dal primo libro, tuttavia per una maggiore comprensione dei personaggi e per evitare spoiler si consiglia la previa lettura di “16 Ottobre 1943”.

 

 

 

Amo questa scrittrice e se l’ho apprezzata maggiormente in tema di mafia-dark romance, l’ho iper amata in questo contesto.

È possibile? Ebbene sì.

La promessa del volume di Falko e Ariel è stata mantenuta e dopo 4 anni ritorna sulle pagine una delle più belle storie d’amore.

La storia ha per protagonisti Zoya Kostova, una ragazza che ha perso la memoria, e Falko, un uomo che farà di tutto per ritrovare la sorella, colei che ha rovinato ma di cui non riesce a fare a meno, neanche per un maledetto secondo.

“Mi chiamo Falko Kartmann… Sono nato a Berlino nel 1924… la Berlino Est.”

C’è la Shoah sullo sfondo, lo sterminio di una razza scomoda ai tedeschi, ci sono le spie a padroneggiare nei capitoli.
Il dolore e la sofferenza nella scrittura dell’autrice sono tangibili al lettore, ti rende partecipe di ogni situazione, rendendoti testimone di quelle emozioni fuori dal normale, percepisci tutto fin dalle ossa e ti senti spaccare l’anima a metà.

Un amore sbagliato di cui però non si riesce a farne a meno.

Condannarlo? No viverlo, in ogni suo passo, in ogni sua emozione.

firma Claudia

 

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