L’UNICA COSA AL MONDO di L.A. Fiore – Recensione

 

 

 

 

Ember Walsh ha un animo fiducioso, e la bellezza serena di sua madre, morta quando aveva tre anni in un misterioso incidente d’auto. Cresciuta da suo padre, è un vero maschiaccio. Per questo reagisce con una certa aggressività quando un tizio in un locale si fa troppo insistente, attirando lo sguardo d’acciaio di un uomo in disparte; alto, magnifico e tatuato: Trace Montgomery. Ember si sta ancora leccando le ferite dopo la sua ultima relazione disastrosa, e ha deciso di ascoltare i consigli degli amici che la mettono in guarda da quel cattivo ragazzo. Eppure l’attrazione irresistibile per Trace risveglia in lei un desiderio oscuro, qualcosa che non aveva mai provato prima.

Anche Trace, pugile dilettante, convive con un cuore spezzato. E si rifiuta di accettare il suo desiderio per Ember. Un profondo disprezzo di sé gli impedisce di lasciarsi coinvolgere in una relazione, ma Ember lo ossessiona. I due si avvicinano e si allontanano, abbattendo lentamente le mura che li separano. Sono uniti dal destino, perché i tumulti del loro passato si intrecciano in modi evidenti. Riusciranno i due combattenti a deporre finalmente le armi?

                                                 

Una cover che cattura, due protagonisti che “in comune” non hanno proprio niente, il solito bello e  dannato con un passato tragico e la classica brava ragazza da “far cadere nella rete”.

Morale? Un libro dal sapore romantico, qualche leggero attacco di tachicardia per i drammi vissuti, indagini su vicende passate, un passato difficile da accettar ed un presente dove ci si sente inutili, sporchi, non degni.

“Meriti di meglio… Io vorrei darti di più… ma io… io non sono una scommessa vincente. Meriti un uomo degno di te… Dovrei tenerti lontana, molto lontana da me, ma non ci riesco.”

Mi è piaciuto complessivamente, ma la protagonista è stata troppo “zerbino” su alcune scene, ha accettato tutto, e, capisco che l’amore è più forte di tutto, ma quando è troppo, vattene e basta.

Il libro è stato scritto interamente evidenziando il pov femminile, questo mi ha un po’ delusa da un lato ed intrigato dall’altro. I passaggi in cui si scopre la verità hanno creato la giusta suspense, e alla “risoluzione del caso”, l’iniziale penalizzazione dell’unico pov, ha premiato la lettura.

Il protagonista è il bello e dannato della situazione, per giunta pugile, quindi il ring è sempre una cosa che attira noi “ragazzacce”, con lei invece non sono entrata in simbiosi, abbiamo caratteri diversi, quindi, a volte, l’ho pure criticata… Ma non sempre le “eroine” dei libri devono assomigliare al lettore.

Due famiglie legate da molto tempo. Un sogno che si avvera.

firma Claudia

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