Intervista Sale e Pepe: Miriam Palombi (autrice)

intervista

          A CHE ETA’ TI SEI APPASSIONATO ALLA LETTURA? Molto piccola. Sono stata una lettrice precoce di generi non proprio adatti alla mia età. Fantascienza, horror, ecc.

          QUANDO HAI COMINCIATO A SCRIVERE? Credo che il mio primo racconto risalga all’età di sette, otto, anni. Era il racconto di una nave maledetta  sparita nel nulla e di un misterioso passeggero non presente nelle liste di imbarco.

          COME E’ NATA LA DECISIONE DI INIZIARE A SCRIVERE? Credo sia stata una conseguenza naturale della mia passione per la lettura. Ho avuto la necessità di creare storie tutte mie.

          COME NASCONO LE STORIE DI CUI PARLI? A COSA TI ISPIRI? Credo che si parta da qualcosa che si conosce, nel mio caso la storia medievale e l’arte, o più semplicemente la mia mente funziona a senso unico. Ho trovato il mio universo scrivendo thriller e horror. Le mie storie sono piene di mistero, delitti e soprannaturale.

          MOLTI AUTORI SOSTENGONO CHE MENTRE IL RACCONTO PRENDE FORMA SONO I PERSONAGGI STESSI CHE TI PARLANO E TI INDICANO LA STRADA DA SEGUIRE… SENTI ANCHE TU LE VOCI NELLA TESTA? Venendo dalle arti figurative, sono una ceramista, sono le immagini a parlare. Le scene, i capitoli, sono tanti fotogrammi.

          COME HAI CAPITO CHE IL TUO GENERE LETTERARIO ERA QUESTO? Come già detto la mia mente funziona a senso unico, non riuscirei a scrivere altro. Soprattutto romance, genere molto in voga, ma totalmente lontano dalla mia sensibilità di lettrice e autrice.

          QUANDO LEGGI UN LIBRO, NEL DARE IL TUO GIUDIZIO TI PONI COME SEMPLICE LETTORE O COME SCRITTORE? Purtroppo come autore. Non posso fare a meno di pensare “Questo lo avrei scritto così”, credo che sia inevitabile ma non toglie il piacere della lettura. Si diventa solo più selettivi.

          COSA PENSI A RIGUARDO DELL’ANNOSO DILEMMA C.E. VS SELF? Non credo ci sia una vera contrapposizione. Ora molti autori passano con disinvoltura, come nel mio caso, dal self alla C.E, traendo il meglio da entrambe le esperienze.

          COME VEDI IL TUO FUTURO DI SCRITTORE? RIMARRAI FEDELE AL TUO GENERE O HAI VOGLIA DI SPERIMENTARE CON QUALCOSA DI NUOVO? Cambiare mai. Forse amplierò il mio genere, thriller e horror, con nuove contaminazioni. Nessuna anticipazione.

          TRA I LIBRI CHE HAI SCRITTO, QUAL E’ QUELLO CHE HAI AMATO DI PIU’ E PERCHE’? CE NE PARLI? Ogni libro è un mondo a sé, molto complesso e articolato, e quindi è difficile sceglierne uno in particolare. Il mio ultimo thriller con base storica L’Archivio degli Dei, edito da Dark Zone, conserva però un posto di rilievo. E’ un testo che mi ha portato via molto tempo per la ricerca, per far si che gli indizi fossero plausibili e si concatenassero tra loro alla perfezione.

          CHI SONO I TUOI AUTORI PREFERITI? QUALI QUELLI CHE TI HANNO ISPIRATO MAGGIORMENTE? Poe e Lovecraft hanno dato il via alla mia passione per il genere horror. Per quello che riguarda il thriller storico posso citare Eco e Simoni.  Il nome della rosa ha profondamente influenzato la mia scrittura.

          UN CONSIGLIO SPASSIONATO AD UN AUTORE EMERGENTE? Provarci e riprovarci senza remore. La scrittura è una cosa seria, ci vuole dedizione e allenamento. Non lasciarsi influenzare dalle mode del momento e contornarsi di persone valide, positive e propositive, colgo l’occasione per ringraziare Francesca Pace, e gli splendidi collaboratori della Dark Zone, per aver creduto in me.

          CI RACCONTI QUALCOSA DI CURIOSO SU TE STESSO? Cosa dire…sono una bevitrice incallita di the verde, una accumulatrice seriale di libri e non butto mai una penna biro neppure se l’inchiostro è terminato. Se non ho il titolo giusto non inizio a scrivere e adoro i personaggi cattivissimi. Insomma, come tutti, ho le mie piccole manie.

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