Intervista Sale e Pepe: Melissa Lily Pratelli (autrice)

intervista

 

–      A CHE ETA’ TI SEI APPASSIONATO ALLA LETTURA?

Penso che sia stato quando ho imparato a leggere! Alle elementari la mia maestra di italiano impazziva per me! Leggo praticamente da sempre ma sono diventata davvero “vorace” a partire dai 14 anni, più o meno!

–      QUANDO HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Ho cominciato nel 2009/2010. L’esigenza di scrivere è arrivata più tardi rispetto a quella della lettura ma è nata sempre come fonte di evasione.

–      COME E’ NATA LA DECISIONE DI INIZIARE A SCRIVERE?

Non è stata una decisione, è stata una necessità. Un bel giorno mi sono messa a computer e ho creato un file word partendo con giusto un paio di idee nella testa. Da lì è nata la mia saga urban fantasy “I Figli di Danu”.

–      COME NASCONO LE STORIE DI CUI PARLI? A COSA TI ISPIRI?

Dipende. A volte si tratta di un’idea che si va formando pian piano in testa, altre volte parto da un sogno che ho fatto e che mi ha particolarmente colpito (come nel caso di Ancora un po’ di Charlie). La verità è che le storie affiorano quando meno me lo aspetto. Per quanto riguarda l’ispirazione direi che prendo spesso spunto dalle mie esperienze personali e dalle persone che mi circondano!

–      MOLTI AUTORI SOSTENGONO CHE MENTRE IL RACCONTO PRENDE FORMA SONO I PERSONAGGI STESSI CHE TI PARLANO E TI INDICANO LA STRADA DA SEGUIRE… SENTI ANCHE TU LE VOCI NELLA TESTA?

Oddio, detta così sembra da ricovero! Anche in questo caso dipende. Non sempre i personaggi mi parlano, a volte devo dare il via all’azione ma poi sì, sono loro che la portano avanti e a quel punto arrivo a scrivere cose che non mi sarei aspettata. Mi capita di rileggere porzioni di testo e pensare “ma  l’ho scritta io questa cosa? Mica male!”

–      COME HAI CAPITO CHE IL TUO GENERE LETTERARIO ERA QUESTO?

Per il momento mi sto dedicando a due generi che sono anche i miei preferiti in tema di letture: Lo urban fantasy / paranormal romance e i romance young e new adult. Forse proprio perché sono i generi che amo di più leggere essi sono inevitabilmente diventati i generi che adoro scrivere, non escludo però, in un lontano futuro, di cimentarmi pure in qualcosa di diverso!

–      QUANDO LEGGI UN LIBRO, NEL DARE IL TUO GIUDIZIO TI PONI COME SEMPLICE LETTORE O COME SCRITTORE?

Normalmente mi pongo sempre come lettore. Non mi piace leggere un libro e analizzarlo, preferisco lasciarmi trasportare dalla storia, dai personaggi e dalle emozioni che emergono dalle pagine e penso che, alla fine, se un libro è in grado di fare questo a chi lo legge, ha raggiunto il proprio scopo. A volte, raramente, mi capita di essere posseduta dalla mia versione di scrittrice e di notare qualche errore qua e là ma ripeto, se una storia è in grado di suscitare emozioni, i piccoli errori passano in secondo piano!

–      COSA PENSI A RIGUARDO DELL’ANNOSO DILEMMA C.E. VS SELF?

E’ dura dare un’opinione al riguardo. Io sono del parere che, se una c.e non può darti nulla in più di quello che otterresti pubblicando self, allora non vale la pena di vendere i diritti di una tua creatura a degli estranei. in fin dei conti si tratta di una tua creatura e se l’unico vantaggio che ottieni è il poter dire “mi pubblica la pinco pallino” ma a livello di pubblicità, iniziative e quant’altro non cambia nulla, allora tanto vale fare da sé.

–      COME VEDI IL TUO FUTURO DI SCRITTORE? RIMARRAI FEDELE AL TUO GENERE O HAI VOGLIA DI SPERIMENTARE CON QUALCOSA DI NUOVO?

Come dicevo prima, per ora mi dedico ai due generi sopracitati ma non escludo in futuro di poter desiderare di cimentarmi in altro.

–      TRA I LIBRI CHE HAI SCRITTO, QUAL E’ QUELLO CHE HAI AMATO DI PIU’ E PERCHE’? CE NE PARLI?

Onestamente non saprei cosa scegliere. Al momento ho pubblicato i primi due volumi di una saga urban fantasy e un romance young adult, si tratta quindi di due cose ben diverse, nemmeno lontanamente paragonabili! Devo dire che, però, “Ancora un po’ di Charlie” occupa un posto speciale nel mio cuore. Forse perché nasce da un sogno che ho fatto, forse perché la stesura è stata un lavoro che ho svolto con l’aiuto di mio marito (musicista) che mi ha aiutata nelle parti musicali e nell’ambito delle scelte per le canzoni che accompagnano i vari capitoli. Ancora un po’ di Charlie è uno young adult romantico e divertente, è la storia di due amici d’infanzia che si separano dopo un brutto litigio per poi ritrovarsi anni dopo per le strade della loro città natale, New York, e riprendere i contatti. L’amicizia gioca un ruolo fondamentale nella vicenda, così come la musica che appassiona entrambi i protagonisti. Durante la storia i due ricostruiscono quel rapporto di fiducia che li aveva legati da bambini ed esplorano i propri sentimenti e i propri desideri come tutti gli adolescenti, salvo poi rendersi conto che forse, tra loro, non si tratta solo di amicizia…

–      CHI SONO I TUOI AUTORI PREFERITI? QUALI QUELLI CHE TI HANNO ISPIRATO MAGGIORMENTE?

Ne ho diversi a dire il vero. Sicuramente tra i miei preferiti ci sono Mrs Rowling, Mrs Cassandra Clare e Mrs Jennifer L. Armentrout. Sto però scoprendo il mondo degli scrittori italiani, molto spesso ignorati sia dalle C.E che dalle librerie e che invece non hanno proprio nulla da invidiare ai grandi nomi stranieri. Tutto ciò che leggo anche se in minima parte mi ispira forse anche senza che me ne renda conto, a volte può anche essere semplicemente la spinta ad andare a avanti o farmi venire la voglia di scrivere!

–      UN CONSIGLIO SPASSIONATO AD UN AUTORE EMERGENTE?

Cioè un consiglio a me stessa, in pratica? Bisogna sempre credere in ciò che si scrive, anche quando sembra che non ci creda nessun altro. Mai abbattersi perché la scrittura è una valvola di sfogo prima di tutto ed è una cosa che non può toglierci nessuno.

–      CI RACCONTI QUALCOSA DI CURIOSO SU TE STESSO?

Curioso… beh, una cosa abbastanza strana che faccio è quella di creare i dialoghi tra i personaggi ad alta voce e in inglese. Mi immagino i protagonisti parlare e creo le conversazioni in inglese, per poi tradurle in italiano quando devo scriverle. Non so perché, credo sia per il fatto che in inglese mi suonano meglio! Lo so, non sono normale!

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