Intervista Sale e Pepe: Leah Weston (autrice)

intervista

 

–      A CHE ETA’ TI SEI APPASSIONATO ALLA LETTURA?

Fin dalle elementari. Ricordo che mio zio comprava i fumetti di Topolino e, dopo averli letti, li passava a me quando andavo a trovarlo. Leggevo i libri della collana Il battello a vapore e anche quelli della serie Piccoli Brividi. Alle medie poi prendevo e andavo in biblioteca a spulciare tra i libri negli scaffali. Ero affascinata da tutti quei volumi, dalla quantità di cose che avrei potuto leggere.

–      QUANDO HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Anche quello da piccola. La prima forma di scrittura che ho sperimentato è stato il classico diario segreto in cui riportavo ciò che mi accadeva di giorno in giorno, ma anche sogni, speranze, i primi amori da ragazzina. È stata un ottima palestra, a mio avviso. Poi sono passata a scrivere storie inventate da me. Quando mi capitano in mano quaderni con quei primi esperimenti mi viene tenerezza nel rileggerli.

–      COME E’ NATA LA DECISIONE DI INIZIARE A SCRIVERE?

Non è stata una decisione vera e propria. È una cosa che ho sempre fatto, che mi è sempre venuta spontanea. Più che altro c’è stata la decisione di provare a fare sul serio e non scrivere solo per me, ma di condividere con altri ciò che scrivevo.

–      COME NASCONO LE STORIE DI CUI PARLI? A COSA TI ISPIRI?

Spesso nascono all’improvviso, mi viene in mente una trama e corro a buttarla giù per punti. È il modo migliore per non farsi scappare idee perché spesso sono fugaci. È capitato anche che mi ispirasse una canzone: ho infatti una trama scritta da qualche mese che mi è venuta mentre ascoltavo una canzone. Mi sono detta: “sarebbe bello come argomento!” E ora è lì in attesa di trovare il tempo di essere sviluppata. Altre volte, come in questo momento, decido di provare a scrivere un sotto genere particolare, perciò parto da quello.

–      MOLTI AUTORI SOSTENGONO CHE MENTRE IL RACCONTO PRENDE FORMA SONO I PERSONAGGI STESSI CHE TI PARLANO E TI INDICANO LA STRADA DA SEGUIRE… SENTI ANCHE TU LE VOCI NELLA TESTA?

È abbastanza comune da quel che sento in giro. Sì, mi è capitato. I discorsi prendono forma, si vedono i personaggi muoversi e compiere azioni. Ultimamente mi succede una cosa particolare. La sera quando vado a dormire mi metto a pensare a come proseguire dal punto in cui sono arrivata a scrivere e nella mente vedo le parole “scriversi”. È come un foglio bianco e, man mano che penso, compaiono parole e punteggiatura. Il problema è doversi rialzare per scrivere sul serio quel pezzo perché c’è il forte rischio che al mattino sia svanito o che non venga fuori come l’avevo pensato la sera precedente!

–      COME HAI CAPITO CHE IL TUO GENERE LETTERARIO ERA QUESTO?

È stata una cosa graduale, accaduta col tempo. Come lettrice ho sempre letto di tutto, ma come autrice mi è sempre venuto spontaneo parlare d’amore. I miei primi esperimenti erano romance classici che non ho mai pubblicato. Poi alcuni anni fa ho scoperto i gay romance ed è stato amore a prima vista. Ho trovato argomenti attuali, tematiche importanti ed emozioni intense che mi hanno catturato. Scriverli è stata la naturale conseguenza a qualcosa che amavo leggere.

–      QUANDO LEGGI UN LIBRO, NEL DARE IL TUO GIUDIZIO TI PONI COME SEMPLICE LETTORE O COME SCRITTORE?

Una volta come semplice lettore, ma man mano che si acquistano competenze nello scrivere diventa arduo. Se un libro ha dei problemi salta all’occhio. Diventa una lettura più consapevole, più profonda. Si notano eventuali errori, se i personaggi sono ben caratterizzati, se c’è coerenza o se ci sono buchi nella trama. Ciò non toglie il piacere di leggere, anche se a volte viene il nervoso.

–      COSA PENSI A RIGUARDO DELL’ANNOSO DILEMMA C.E. VS SELF?

Io tutto questo dilemma, sai, non lo vedo. Ho esordito con la Triskell Edizioni e ho donato un mio racconto all’antologia Oltre l’arcobaleno uscita con Amarganta. Sono state due belle esperienze e non escludo di ripubblicare con Ce in futuro. Ho, però, provato anche il self publishing nel frattempo e, anche se più faticoso, mi è piaciuto. Mi ha dato la libertà di sperimentare, di curare ogni aspetto della pubblicazione dalla cover fino alla promozione, passando per l’editing. Ho dovuto imparare a formattare bene un testo e creare i file nei formati mobi e epub. È stata un’esperienza molto stimolante e istruttiva.

–      COME VEDI IL TUO FUTURO DI SCRITTORE? RIMARRAI FEDELE AL TUO GENERE O HAI VOGLIA DI SPERIMENTARE CON QUALCOSA DI NUOVO?

Il futuro è un incognita. Ogni tanto ci penso a uscire dal mio genere, ma poi mi trovo così bene che non so se lo farò. Il romance gay ha tanti sotto generi se uno vuole sperimentare.

–      TRA I LIBRI CHE HAI SCRITTO, QUAL E’ QUELLO CHE HAI AMATO DI PIU’ E PERCHE’? CE NE PARLI?

Sono particolarmente affezionata a You and me again perché mi ha dato la possibilità di mettermi alla prova e farmi conoscere. Sono molto grata a quel racconto e alla Ce che ci ha creduto. Devo, però, ammettere che il lavoro che sto editando al momento lo amo molto. Sarà che mi piacciono i personaggi, sarà che sto lavorando con persone meravigliose (coautrice, editor e grafica) o perché ci stiamo dedicando anima e corpo a questo progetto… mi è proprio entrato nel cuore e spero che sarà così anche per i lettori quando verrà rilasciato.

–      CHI SONO I TUOI AUTORI PREFERITI? QUALI QUELLI CHE TI HANNO ISPIRATO MAGGIORMENTE?

Rimango nel campo del gay romance se no diventerebbe una lista lunghissima (già così sarà complicato!) Tj Klune di certo. Ha una scrittura e storie molto particolari. La Roux, le Merikan (scoperte da poco), Lanyon e la Witt. Amo questo tipo di libri, dove si mescolano sentimenti e azione. Ho letto da poco Se il mare prende fuoco. Dire che è bello non basta. Poi ho un lato più romantico e allora amo autori come Cardeno o Rj Scott. Se voglio farmi un bel pianto la Lane è liberatoria (mai però come la Madeline Miller con La canzone di Achille). Ce ne sarebbero ancora tantissimi perché ognuno lascia dentro qualcosa… meglio che mi fermo però, se no non finisco più.

–      UN CONSIGLIO SPASSIONATO AD UN AUTORE EMERGENTE?

Curare il proprio lavoro prima della pubblicazione. Far editare sempre il libro da un professionista è fondamentale, ne va della vostra credibilità come autore e, credetemi, nelle fasi di editing c’è sempre da imparare e ciò vi migliorerà come scrittori.

–      CI RACCONTI QUALCOSA DI CURIOSO SU TE STESSO?

Oddio, non possiamo continuare a parlare di scrittura e libri? Ahahah queste sono le vere domande difficili! I miei occhi cambiano colore in base al tempo e alla luce. È abbastanza curioso? ?

Grazie per avermi ospitata nel vostro blog.

Un abbraccio,

Leah Weston

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