“Il giallo della villa abbandonata” di Riccardo Landini – Recensione

 

 

 

 

“Il giallo della villa abbandonata” di Riccardo Landini

Astore Rossi, un restauratore, è stato incaricato di fare una valutazione di alcuni mobili antichi nella vecchia villa fatiscente appartenuta a una nobildonna recentemente scomparsa.

L’erede, Roberta Arditi, spera di ricavare più denaro possibile, ma Astore si rende conto che i mobili sono di scarsissimo valore e in pessime condizioni.

L’unico oggetto che lo colpisce è un quadro, una crocifissione in cui Cristo è ritratto in una postura inconsueta, circondato da strane figure.

Decide così di rivolgersi a un esperto, il professor Zeni, il quale è certo che si tratti di una delle pochissime opere di Joseph Balkan, artista tedesco dalla fama oscura, amico di Arnold Böcklin, al quale si attribuivano poteri negromantici tra cui quello di evocare i defunti.

Zeni chiede e ottiene di poter  portare nel proprio studio il quadro per esaminarlo con più calma.

Due giorni dopo, mentre è intento a restaurare un tavolo, Astore riceve una visita inequivocabile… Dunque nasconde davvero un segreto, quel dipinto misterioso?

Astore Rossi è un restauratore con un passato, dedito ad una vita di solitudine, viene coinvolto dall’erede di una anziana signora, per valutarne i lasciti.

Di tutto l’arredo ammuffito rinvenuto nella tetra residenza, un dipinto può essere passibile di interesse e quindi Astore consulta un anziano studioso per valutarne il valore.

Si viene a scoprire essere un dipinto di Balkan, un oscuro pittore negromante, che in molte fazioni viene considerato di estremo valore.

Una serie di omicidi mettono il restauratore sulla lista degli indagati.

Il povero Astore dovrà darsi alla fuga, in giro per l’Italia, per salvarsi la vita e cercare di scoprire l’oscuro piano che si nasconde dietro al trafugamento del dipinto.

Ad aiutare Astore c’è Caterina, un’affascinante e giovane libraia veneziana.

Si tratta di un romanzo relativamente breve che, però, sviluppa correttamente tutte le fasi di un buon giallo.

Le troppe riflessioni personali, che rimandano a precedenti romanzi, rendono la lettura un po’ pesante ma, in linea di massima, non ci si può lamentare.

“Il giallo della villa abbandonata” ricorda un po’ le avventure scritte da Dan Brown, anche se in toni più miti e caserecci.

Carino ma non entusiasmante

firma Anna

firma Claudia

 

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Commenti

Una risposta a ““Il giallo della villa abbandonata” di Riccardo Landini – Recensione”

  1. Avatar Angela
    Angela

    Val la pena di spendere due righe sul personaggio principale del libro nonché narratore in prima persona. In particolare colpisce l’ingenuità di chi sembra credere a qualunque cosa gli si racconti e non imparare dagli errori commessi anzi perseverare nel cammino con disinvoltura se non fosse per il fatto che ogni tanto qualcuno gli dice in faccia che è un po’ tonto. Insomma un’investigatore mal riuscito da qualunque lato lo si voglia vedere.

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