Doppia recensione “Le lettere d’amore di Esther Durrant” di Kayte Nunn

 

 

 

Isole Scilly, 1951. Esther Durrant, una giovane madre, viene internata per volere del marito. La struttura, situata nelle remote isole a sud della Cornovaglia, rischia di trasformarsi per lei in una prigione. Ma grazie alla gentilezza del dotto Richard Creswell, uno psichiatra con idee all’avanguardia, quel luogo sembra trasformarsi in un rifugio per Esther. 2018. La scienziata marina Rachel Parker si imbarca per un progetto di ricerca nei mari inglesi, quando un violento temporale la costringe trovare riparo su un’isola. Qui, il ritrovamento di una valigia piena di lettere cambierà per sempre il suo destino. La dolcezza e la passione di quelle parole scritte più cinquant’anni prima, infatti, spingono Rachel a indagare per ricostruire tutta la storia di Esther e del periodo che ha trascorso in quelle isole. E i segreti che emergeranno dal passato avranno ripercussioni, distanza di mezzo secolo, sulla vita della stessa Rachel.

Amo questo genere di libri, amo le lettere e soprattutto se parlano d’amore, ha un certo fascino quell’amore scritto su lettere profumate anzichè i nostri moderni messaggi.

Qui si ha il ritrovamento di queste lettere da parte di Rachel una biologa marina rimasta naufraga su un isola.

Un vecchio baule pieno di ricordi, un vecchio baule che ci tiene ancorati a quel passato da riscoprire e portare alla luce, lettere e vestiti di una donna accumulati e una firma in fondo alle lettere che è un vero e proprio mistero.

Chi può aver scritto quelle lettere?

Perchè questo amore doveva star segreto?

Tanti personaggi entrano in scena Rachel, Ester, Eve, Leah, tanti personaggi che entrano a far parte dal vivo nella storia tra passato e presente e quell’amore al quale far ritrovare la pace e la giusta fine.

“A volte l’amore ti trova quando sei pronta. Ma altre volte sei tu a dover decidere. Devi riconoscerlo, e andare a prendertelo.”

Mi trovo in difficoltà nello scrivere questa recensione perché ho trovato la storia interessante e la scrittura precisa tuttavia ho faticato molto ad arrivare alla fine. Il ritmo è molto lento, forse volutamente, eppure la lettura ne risulta appesantita, quasi noiosa.

La storia di svolge su due binari, uno contemporaneo e uno nel passato, negli anni ’50.

Ai giorni nostri conosciamo la biologa marina Rachel che viaggia in solitaria, ama il suo lavoro che la porta spesso in viaggio e che sembra quasi non aver radici. Il caso la porta su un’isola dove trova un vecchio baule contenente delle vecchie lettere. Queste lettere ci portano a conoscere l’altra protagonista del romanzo, la giovane donna Eshter, moglie e madre ma con il cuore traboccante di malinconia e che ha passato parte della sua vita rinchiusa, per volere del marito, dentro una struttura psichiatrica.

L’intreccio è piacevole, ci sono dei colpi di scena imprevisti, e le due donne si vedranno legate da altro oltre che dalla semplice lettura da parte di una delle lettere dell’altra.

In conclusione: un bel romanzo, poco brillante, ma sicuramente interessante.

Consigliato!

firma Claudia

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