E se il mito dei sette principi degli inferi fosse reale? Se i vizi capitali avessero un volto? Se si muovessero in mezzo a noi per corromperci, irretirci, trascinarci nell’oblio? Cassie ha diciassette anni. E’ ironica, pungente e ama le storie impossibili, ma di certo non si pone domande di questo tipo. Costretta a trasferirsi in un piccolo paesino di provincia si imbatte in Rio. Dispotico, irriverente, vendicativo ed egoista, una furia. Tra mille difetti, però, è anche di una bellezza senza pari, così bello da non sembrare di questo mondo. Cassie ancora non sa che l’incontro con Rio segnerà definitivamente la sua intera esistenza e la condurrà alla scoperta di un segreto terribile. Una guerra senza scrupoli si combatte dalla notte dei tempi, l’eterna battaglia tra le creature del buio e quelle della luce e le anime degli uomini rappresentano il bottino più prezioso.
Non ho mai riso così tanto a leggere un libro! La protagonista, Cassie, è semplicemente fenomenale. Incredibilmente sarcastica e pungente. L’ho amata dalla prima all’ultima pagina.
Quando si trasferisce dalla zia, incontra uno strano gruppo di ragazzi e ragazze a scuola e, grazie ad un compito assegnato e ad un ex ragazzo stalker ossessionato da lei – che l’ha imprigionata in una cantina e per questo è dovuta scappare dalla sua città e nascondersi -, Cassie si tuffa a capofitto, ingenuamente, in un mondo fatto di demoni che incarnano i vizi capitali. Questi principali sette demoni sono descritti alla perfezione e piano piano si impara ad amare ciascuno di essi: peculiarità e difetti compresi. Soprattutto di Rio. Oh, ci si innamora del legame che instaurano lui e Cassie!
Francesca Persico è riuscita con estrema efficienza ad infondere EMOZIONE. Non solo in ciascun personaggio, ma anche nei fatti… in ogni particolare evento.
Lo ammetto, “Il principe delle ombre” l’ho letto qualche anno fa e me ne ero completamente dimenticata; me ne sono ricordata solo al secondo capito ed ho subito ricordato il perché: non solo le battute di Cassie fanno ridere – quasi a crepapelle, nel mio caso -, ma è anche un libro che, appunto, fa emozionare… e si, anche piangere. Pensavo fosse finita così e, invece, il secondo aspetta solo di essere letto!
Conclusione: uno dei libri più belli che abbia mai letto.
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