Doppia recensione “Il primo ricordo di te” di Megan Maxwell

 

 

 

Dopo un matrimonio da sogno, la mia vita con Judith comincia a normalizzarsi. Judith è una moglie adorabile. È testarda, ma la amo infinitamente, nonostante ce la metta tutta per farmi perdere le staffe. Siamo specialisti nel litigare e poi fare pace. Ma un giorno un commento malizioso mette in dubbio la mia fiducia in lei. E così finisco per trascorrere giorni terribili e notti insonni, divorato dal sospetto e frustrato dalla possibilità che la donna che amo mi abbia nascosto qualcosa. Per fortuna Judith ha il dono di farmi ragionare e non ci vuole molto perché mi renda conto di quanto sia sciocco, per non dire scorretto, a non fidarmi ciecamente di lei. Proprio quando la felicità mi sembra completa, ecco la bomba…

Se la mia vita era già cambiata quando ho incontrato Judith, non riesco nemmeno a immaginare quanto sarà stravolta ancora.

Avevo letto la trilogia, bella e sensuale, sconvolgente e passionale, a tratti però era troppo forte con le esagerate scene di sesso, però è il genere e quindi Amen, mi è piaciuto lo stesso.

Ma continuare a scrivere di loro: No, e ancora no.

Era finita, chiusa, avevano avuto il loro epilogo, non scontato, sofferto e poi… Arriva nuovamente Megan Maxwell e scrive un libro dal pov maschile pieno di sesso gratuito, esagerato, scene a tre, troppo hot e quei dubbi, troppo deboli per far finire e rischiare la loro bellissima storia d’amore.

Quindi non lo stronco solo perchè la scrittura è sempre coinvolgente e dinamica, impeccabile lo stile della Maxwell, però la storia è “scadente”, ripetuta, piatta, non coinvolgente e a volte banale. Mi dispiace.

NO No e ancora no!

Non ho letto i precedenti romanzi, Dio me ne scampi, ma sin dalle prime pagine si legge uno stile forzato e completamente innaturale. Di autrici donne che scrivono un pov maschile ce ne sono a bizzeffe ( per rimanere in tema ricordiamo E.L. James di 50 sfumature ), ma Megan Maxwell ha mischiato uno stile così pieno di improbabili pensieri maschili (adoro la mia mogliettina, la mia morettina, adoro tutto di lei ecc ecc ripetuto alla nausea), a una profusione di “maledetto, dannazione” riferito ad ogni cosa, sperando forse di dare un’impronta più maschia.

Troppi déjà vu ( o meglio déjà lu) in ambito sessuale copiati da altri libri erotici, traduzione pessima, storia con poco spessore.

Eric teutonico tutto d’un pezzo è convolato a nozze con la caliente Judith, così diversa da lui ma completamente in sintonia a letto. In mezzo ad amplessi e cene con svariati amici si svolge la loro vita che sembra perfetta, lui dà fuori di matto se qualcuno si avvicina alla “mogliettina luce della mia vita streghettina rubacuori anima mia” ecc ecc, ma non batte ciglio a farla copulare con emeriti sconosciuti in locali per scambisti (mah) . Finchè l’idillio si spezza e il dubbio si insinua nella coppia, Eric non saprà più a chi credere e le sue certezze cadranno in mille pezzi.

Non sprecherei tempo a leggerlo, a confronto 50 sfumature (che ho apprezzato) è un capolavoro!

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