Recensione “Sotto il cielo di Zanzibar” di Ilaria Beraldi e Cristina Pedrinzani

 

Sofia e Giada sono due giovani donne che si trovano nello stesso momento e per motivi diversi a vivere su un’isola tropicale piena di meraviglie e contraddizioni, Zanzibar, senza mai conoscersi. Sofia lavora nella cucina di un grande resort e tra amici e notti brave vive emozioni che solo quella terra magica sa regalare. Si innamora di un latin lover masai, con il quale poi si sposerà in Italia. Parallelamente Giada si reca a Zanzibar per una vacanza con il suo compagno che invece si trasformerà in un’occasione per cambiare la sua vita insoddisfacente. Lì, infatti, conoscerà un giovane masai con la bancarella sulla spiaggia vicino al resort dove alloggia. Se ne innamorerà al punto che tornata in Italia lascerà la sua casa e il lavoro fisso per partire con un biglietto di solo andata per l’Africa. Le vite delle due donne si incroceranno molti anni dopo, quando il tempo e l’amore avranno dato gioie e dolori, fallimenti e rinascite benedette dal sole di Zanzibar.

 

Leggendo la trama mi aspettavo qualcosa di diverso.

Il libro è diviso a metà, nella prima parte conosciamo la storia di Sofia, nella seconda quella di Giada. I due racconti vengono esposti come se fossero un po’ stile diario, un po’ racconto statico. Pensavo avrei trovato più sentimento, invece che una sequenza di fatti ed eventi.

All’inizio ci viene detto che le storie raccontate non sono quelle delle due autrici, ma la sensazione che ho avuto è stata quella di un’esperienza diretta, seppur con cambio nomi e forse qualcosa di diverso. Certo è, che tutto mi hanno fatto venir voglia di fare tranne che andare a scoprire l’Africa. Forse è questo che mi è mancato: non sono mai stata in Africa e non so cosa significa il famosissimo ‘mal d’Africa’. Nelle due storie ciò che scopriamo, neanche troppo lentamente, è che non ci si può fidare degli uomini del luogo, pronti a tutto pur di farsi lasciare dei soldi per vivere o sopravvivere in quella terra a noi tanto lontana, sia nelle abitudini che nella cultura. Capiamo anche che moltissime sono le donne italiane che si lasciano abbindolare da quei ragazzi, molto giovani e belli, che approfittano della situazione. Tutti ottengono qualcosa: le donne, di solito mature, trovano compagnia, e i ragazzi – perché è chiaro che sono sempre quelli giovani – trovano qualcuno che li mantenga, fingendo di essere chi non sono.

Confesso di aver avuto difficoltà a continuare a leggerlo. La prima storia sembra proprio assurda: qui una ragazza italiana che va a fare un’esperienza di lavoro a Zanzibar, si innamora di diversi ragazzi. Con uno di questi la storia continuerà negli anni, tra alti e bassi molto bassi. L’assurdità è nella gelosia e rabbia tra i due ma, soprattutto, da parte di una ragazza che pretende lealtà assoluta, ma è la prima a tradire.

Nella seconda, sembra andare tutto molto meglio, non fosse per un finale che possiamo aspettarci tanto siamo stati preparati alle conseguenze. Qui però c’è una netta contrapposizione tra quello che la protagonista dice e quello che vuole dare a intendere: dice che ama quei posti meravigliosi, la gente e la vita africana, ma ribadisce più volte di quanto molte cose, tipiche dei luoghi visitati, la disgustino e le diano molto fastidio.

È stata una lettura particolare, molto più lunga di quelle 224 pagine indicate. La lettura non è scorrevole e non ho trovato quello che cercavo da questo libro, cioè Zanzibar e le sensazioni positive che luoghi incantati come quelli possono lasciare. Certo, niente è perfetto, ma quello che è risaltato ai miei occhi non è il loro decantato amore per l’Africa.

 

firma Claudia

ELEONORA

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