Recensione “Reperto occasionale” di Gianni Papa

 

 

 

 

trama

Due genitori si accorgono che il loro primo figlio è autistico. Comincia una lenta discesa nell’inferno della riabilitazione dall’autismo, dei medici impreparati e sbruffoni, delle psicologhe agghiaccianti, delle persone normali orripilanti, degli esperti, degli analisti del comportamento.

Un campionario umano bellissimo, visto dagli occhi dello stesso bambino disabile, che non è mai stato così abile.

Un romanzo straziante, incredibile, forsennato come una bestemmia.

L’autismo come non lo ha mai raccontato nessuno!

 

recensione

“Una nascita scombussola sempre tutto”, l’autismo “non è dipeso dalla sofferenza perinatale”, “la nascita con cesareo d’urgenza” è “un reperto occasionale”: un bambino autistico si racconta; lui, che sa parlare e non sa parlare, sa “ripetere le cose”.  

Il primo figlio per i genitori insegnanti, il primo da amare e osservare, chiedendosi da subito se come cresce, si muove, si relaziona sia normale o strano, sperando che sia un bambino con “un cervello confuso che si deve ancora <fare>”. La tenerezza avvolge ogni ricordo: la mano del papà nella culla termica e i video da mandare alla mamma ricoverata in un altro ospedale.

Ed ecco ginecologi, pediatri, neuropsichiatri infantili, le educatrici del nido, psicologhe, psicomotricisti, neurochirurghi, neuropsicologi, assistenti sociali. La famiglia si mette alla ricerca della verità, della causa, delle cure, della guarigione. Ospedali, cliniche, specialisti, così si trova un cavernoma, un nuovo reperto occasionale, non responsabile dell’autismo, e ogni medico ha una soluzione diversa. Asportare o non asportare? Asportando, il bimbo guarisce?

La coppia è messa a dura prova, tenta di volersi ancora bene, ma la mamma è nervosa, si rode, è straziata, si confrontano caratteri diversi, modalità differenti di affrontare le situazioni, Svizzera e Italia.

L’autismo è ereditario? Famigliarità materna o paterna?

Leggerezza e ironia fanno brillare tutti i personaggi, anche le più anonime comparse, l’occhio cade spesso sui capelli delle figure femminili, sui tacchi, sul rossetto, sulle tette; nessuno sfugge alle descrizioni caratterizzanti: le suore della scuola, la maestra cicciona, lo psicomotricista effeminato, non mancano dottori saccenti e pieni di soldi.

Il piccolo ha chiara la difficile relazione tra i genitori, lucidamente li presenta e prevede i loro gesti e le scelte.  

Ci si può salvare dall’autismo? Il bimbo protagonista ripete: “Betadyne”, “ Ci siamo persiiii!”

 

Recensione: luce-elena

 

Editing: mandy

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