Tripla recensione “Appuntamento in terrazzo” di Felicia Kingsley

 

 

 

È il caso di Alex che, nel momento in cui il Governo annuncia la quarantena nazionale, si ritrova in isolamento con quella che da poche ore è diventata la sua ex, l’ultima persona con cui vorrebbe condividere l’aria. A distanza di una parete, nell’appartamento accanto al suo, c’è Didi, tornata a casa dei suoi per una breve visita, rimasta ostaggio della sua chiassosa famiglia: una madre complottista dipendente dai social, un padre drogato di lavoro che ha trasformato la casa in un ufficio, una sorella diciottenne aspirante influencer con cui è costretta a dividere la camera e un nonno nostalgico. Per Alex e Didi la situazione è soffocante e, privati dei propri spazi, non resta loro che un posto per trovare un attimo di pace: il terrazzo. Le vite di Alex e Didi s’incrociano in un momento di emergenza e, quello che nasce come un incontro inaspettato, diventa un piacevole appuntamento quotidiano. È possibile che un’amicizia nata in una situazione ai limiti del reale possa trasformarsi in qualcosa di più?

Se non sbaglio, ho già detto che amo la Kinsley, mi piace quello che scrive, come lo scrive. Mi piace come imposta i dialoghi, l’ironia e la leggerezza che usa anche quando sembra andare tutto male.

Ogni volta che leggo un suo libro, mi ritrovo quel sorrisetto stupido stampato in faccia, che solo libri come i suoi regalano.

La storia inizia con Alex che scopre che la sua ragazza è andata “a letto” con un altro. Lui la lascia sul momento, subito prima della dichiarazione di Conte in cui annuncia la chiusura totale dell’Italia, l’impossibilità a qualunque spostamento con comprovato da emergenza. L’unico luogo in cui il ragazzo trova un po’ di serenità, è il terrazzo. Qui conosce la figlia maggiore dei vicini di casa, tornata in Italia da Berlino, dove lavora da qualche anno. Costretta a condividere la camera con la sorella neo-diciottenne, perché il nonno ha preso la sua, e la casa con i genitori, dove uno è un drogato di lavoro e l’altra una tipica mamma dipendente dalle fake news complottiste di Facebook.

I due protagonisti scopriranno sempre di più l’uno dell’altra, sinceri sin da subito, capiranno che quel rapporto potrebbe portare a qualcos’altro. Ma cosa fare durante un periodo di distanziamento forzato? Come riuscire a sopravvivere ad una situazione che sembra rendere sempre più piccolo lo spazio a nostra disposizione?

Comprate questo romanzo perché fa bene al cuore, alla mente, e aiuta il prossimo, visto che i proventi vanno tutti all’Ospedale Policlinico di Modena. Ed essendo molto breve, vi porterà via un paio d’ore, dopo le quali vi sentirete meglio, perché da’ un briciolo di speranza per il futuro che ci aspetta.

firma Claudia

Ci sono molte ragioni per leggere questo libro.

  1. Tratta temi molto attuali, la pandemia che stiamo vivendo, scritta e vissuta dai protagonisti, ci porterà a vedere e leggere di cose della nostra attuale quotidianeità.
  2. E’ scritto da Felicia, quindi ho già detto tutto.
  3. L’autrice devolverà in beneficenza i proventi derivanti dalla vendita.
  4. E’ una storia breve e leggera.

Potrei continuare all’infinito, ma mi voglio fermare qui.

Felicia ha volito scrivere questa storia in pochissimo tempo per “stemperare” l’aria, per farci svagare un pò con la fantasia pur rimanendo in tema di pandemia, ci ha fatto assaporare un amore diverso.

Un amore diverso, costretto e limitato in orari e tempi, distanze di sicurezza, paure, e una riscoperta dei vecchi valori, il corteggiamento ad esempio.

Alex e Didi, fotografo ed eterna romantica, un ex “salutista”, una famiglia di pazzi dal alto opposto.

“Allora… ci si vede su questi terrazzi. – Buona quarantena – Buona quarantena a te.”

Stile stessa ora e stesso bar. Qui stessa ora e stesso terrazzo. Un appuntamento in terrazzo, bigliettini d’amore con “piccioni viaggiatori moderni”, un cuore che inizia a battere per le piccole cose, un incrocio di sgaurdi, chiacchiere sotto le stelle, un cinema improvvisata, una pizzata in terrazzo, caffè e colazioni quotidiani che sveleranno i piccoli pregi e difetti, il carattere.

C’è ben oltre alla passione, ai baci e carezze.

Felicia ci porterà a vedere la fine del tunnel. La fine dell’esilio. Ci farà assaporare un sole caldo, il mare, castelli di sabbia.

“La libertà di uscire e la bellezza di tornare. Poter stringere chi si ama, senza paura di nuocergli.”

Amare le piccole cose, adesso che abbiamo più tempo per fermarci. Scandire il tempo e assaporarne le ore e non correre dietro ai secondi. Leggere senza scadenze un libro riposto in bacheca. Cucinare quel piatto visto in Tv e ritrovarsi a fare MasterChef in casa.

Pensare ai propri affetti, quelli di cui ne senti la mancanza. Fermarci adesso per ripartire alla grande dopo.

Mettiamo in pausa la nostra vita e sistemiano quelle idee riposte in malo modo in un cassetto.

Adoro Felicia Kingsley, leggerla in un contesto come quello della cronaca della quarantena covid , mi ha suscitato pensieri contrastanti, che poi però hanno trovato una loro logica.

Temevo la nascita di un nuovo filone covid- tales: averlo vissuto non crea necessariamente il desiderio di leggerne ma, quando ho scoperto che il ricavato delle vendite sarebbe andato in beneficenza ad un ospedale, ne ho apprezzato il fine.

In secondo luogo trattandosi della cronaca di una quarantena milanese, io sono meneghina , mi sono sentita totalmente calata nella situazione (troppo), anche le altre condizioni a me familiari come il vivere con adolescenti dipendenti da Instagram e la loro “fame di like” mi hanno reso la lettura un replay di quanto passato in questi mesi. Quindi quel desiderio di evasione che cerco quando apro un libro, non è stato soddisfatto, perché era tutto troppo vicino e conosciuto. Poi però mi sono chiesta: “se lo stesso romanzo venisse letto da un abitante del Giappone, troverebbe le ambientazioni più esotiche di quanto le abbia trovate io.”

I personaggi principali sono carini e spiritosi, in perfetto Felicia Style:

Alex è un fotografo di origini emiliane che ha appena rotto con Gaia, la sua fidanzata decennale, una influencer piena di sé e falsa fino al midollo.

Daiana (la mamma è una fan della Royal Family) è appena rientrata da Berlino per festeggiare il compleanno della sorella Camilla. Quando scatta il lockdown tutti rimangono congelati nella situazione in cui si trovavano, quindi Alex è costretto a vivere con la sua ex fra scenate e dispetti e Daiana è costretta a rimanere in quella famiglia che non sente più così familiare:

la madre da quando è sui social si fa tirare dentro da tutte le ipotesi complottiste, il padre (una palese imitazione del Signor Imbruttito) non pensa altro che a fatturare, la sorella è persa dietro alla sua influencer preferita (la famosa Gaia di cui sopra) e il nonno che ripercorre il suo passato raccontando all’infinito le sue memorie.

Il lockdown comincia ad acquistare più interesse quando Daiana e Alex si incontrano sul balcone e scoprono di piacersi in un modo così differente da quello a cui erano abituati e imparano a corteggiarsi come nei tempi passati quando i contatti erano sconvenienti (e ora vietati).

L’appuntamento fra i due diventa un evento fondamentale di ogni giornata e la situazione di immobilità porta a fare delle considerazioni sulla condizione umana:

Ogni tanto ci serve ricordarci che dobbiamo uscire dalla nostra comfort zone e affrontare dei rischi, per vivere la vita al suo massimo. E smettere di aspettare. Se ci pensi, passiamo la vita nell’attesa di qualcosa, perdendoci tutto quello che c’è in mezzo. Poi, momenti come questi, che ti obbligano a metterti in pausa, ti fanno rendere contro che quando hai la vita in mano devi smettere di aspettare che sia venerdì, che arrivi l’estate, che squilli il telefono, che ciò che non ci piace cambi. La felicità la conquisti quando smetti di aspettare e ti prendi il meglio dell’attimo che stai vivendo.

E’ un romanzo breve e piacevole che si legge velocemente, non fra i migliori dell’autrice, ma si comprende anche il l’urgenza che l’ha spinta a buttarlo giù velocemente.

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