Segnalazione di uscita “Istanbul:il viaggio sospeso” di Elsa Zambonini

 

 

 

 

 

 

La storia di Lisa Andreoli si intreccia con quella della prozia Lisa Morpurgo, ebrea costretta col marito a una precipitosa fuga dall’Italia a causa delle persecuzioni razziali. Il viaggio dei due coniugi verso la Terra Santa, iniziato separatamente dai figli, si era interrotto a Istanbul, dove la coppia aveva trovato rifugio presso un’abitazione privata, per attendere l’arrivo dei figli. Qui i due avevano ricevuto l’aiuto inaspettato di Angelo Roncalli, allora vicario apostolico in Turchia, che in quegli anni era riuscito ad aiutare più di 20.000 ebrei.

La pronipote Lisa Andreoli ritrova il diario di quegli anni, ma la sua lettura non sembra essere semplice rievocazione. Tra intrighi internazionali e personaggi senza scrupoli, Lisa A. mette in pericolo la propria vita e quella dei propri cari nel tentativo di contribuire a una giusta causa.

Un’ avventura emozionante vissuta nel fascino di Istanbul e dei suoi paesaggi.

Lisa Morpurgo confessa al Nunzio Apostolico Angelo Roncalli, futuro papa e santo, i suoi sospetti sulla sorte dei suoi genitori, il marito Guido reagisce con violenza.

“Padre, i miei genitori sono stati portati via, dicono in un posto che si chiama Auschwitz, e non abbiamo saputo più nulla di loro… noi stessi saremmo stati condotti lì se non fossimo riusciti a fuggire. Ebbene, Tom e John dicevano che… dicevano che… non sono campi di lavoro ma di sterminio, padre, dicono che lì ammazzano tutti gli ebrei!” e ricominciai a singhiozzare più forte cercando di soffocare il mio pianto nel fazzoletto.

Il padre si alzò dalla sedia e si avvicinò alla finestra affacciata sul mare, nascondendo così il viso alla nostra vista. Per qualche momento la stanza piombò in un silenzio rotto solo dai miei singhiozzi. Quando si girò aveva gli occhi umidi:

“Dio sa se vorrei tranquillizzarvi, ma… temo di aver sentito anch’io delle voci al riguardo”.

Guido si alzò dalla sedia e, chinandosi attraverso la scrivania, si fermò a poca distanza dal viso dell’uomo che si era riseduto.

“Voi avete sentito delle voci?” gli sibilò in viso, “Voi avete sentito delle voci?” ripeté alzando il tono della voce. “Che cosa ci farete ancora? Ci avete tolto il lavoro, la scuola, i beni, l’identità, anche la nostra vita volete? Cosa fa il Vaticano? Si frega le mani perché finalmente Hitler vi fa giustizia dopo duemila anni?”

Monsieur si intromise fra Guido e il prelato tirandolo energicamente per un braccio, e alzò anche lui la voce come non l’avevo mai sentito fare.

“Mi fa pentire d’averla aiutata, che colpa ne ha il padre delle pazzie di Hitler? Sa quanti ebrei ha aiutato da quando è qui?”

Guido si accasciò sulla sedia e, tornando in sé, guardò Roncalli con aria colpevole.

“Io non so più quello che dico. Scusi padre, ma di questo non sapevo nulla, mia moglie non me l’aveva detto…

“Non devi scusarti figliolo” disse il prelato. La sua espressione era concentrata e addolorata. “Il vostro popolo sta veramente affrontando delle prove al di là di ogni sopportazione, e più volte ho trattato questo argomento nelle comunicazioni con Roma. Sono sicuro che il Santo Padre cerca di fare tutto il possibile per fermare quelli che tanto male vi stanno facendo. Ma siccome chi agisce così crudelmente contro di voi e contro Dio certamente non si fa influenzare da autorità religiose di nessun genere, quello che possiamo fare è aiutare voi a sottrarvi alla loro persecuzione.“

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